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Ciclismo

Giacomo Nizzolo: “Ho una frattura composta dell’osso uncinato. Inspiegabile cadere in discesa, per i Mondiali sarò pronto”

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E’ stata una Milano-Sanremo sfortunata quella di Giacomo Nizzolo: il brianzolo, ma di stanza di Svizzera, della Israel Premier Tech ha chiuso al 18esimo posto la Classicissima a 11” da Matej Mohoric. Un risultato che avrebbe potuto essere migliore se non fosse caduto a 3 chilometri dal traguardo in Via Roma a Sanremo. Ieri era prevista la risonanza e Giacomo, appena concluso l’esame, ci ha mandato un messaggio: “Frattura composta dell’osso uncinato della mano sinistra“. Oggi invece sarebbe dovuto partire per il Belgio ma al momento in accordo con il suo staff medico e la squadra hanno deciso per uno stop, niente Minerva Classic Brugge-De Panne. Nei prossimi giorni Giacomo e la squadra valuteranno il da farsi in vista delle prossime corse.

A tre chilometri dal traguardo di Via Roma a Sanremo a causa di una caduta è svanito il sogno della Classicissima… 

“Non me lo sarei mai aspettato di scivolare in discesa, un terreno a me molto favorevole. E’ capitato e purtroppo non posso farci niente, devo solo accettare. E’ inspiegabile però perché non stavo spingendo e avevo il controllo della situazione. Prossimamente cercherò di analizzare e proverò a capire insieme alla squadra le cause della mia caduta sotto tutti gli aspetti”. 

Cos’ha di speciale la Milano-Sanremo?

“E’ la corsa dei miei sogni, è una gara che sento tantissimo e che preparo molto anche mentalmente. Nei giorni precedenti studio sempre il percorso anche se lo conosco a memoria. E’ una corsa in cui la tattica giusta paga sempre. Bisogna risparmiare tutte le energie possibili per poi rimanere davanti tra i migliori. E’ una corsa in cui bisogna muoversi al momento giusto senza farsi prendere dal panico”.

Possiamo dire che ormai, per quanto visto negli ultimi anni, la Sanremo non è più una corsa per velocisti?

“L’ultima voltata con un po’ di corridori è stata nel 2016. Da quel momento in poi è stata una scorsa per gente leggera, scalatori. Quest’anno la Cipressa ha fatto una selezione incredibile, siamo rimasti davvero in pochi. Un velocista per poter vincere deve andare davvero molto forte”.

Hai sempre dei caschi molto particolari e ricercati. Al Giro d’Italia dello scorso anno quello con l’autocertificazione, ai Mondiali quello con le birre e poi il casco della Milano-Sanremo che cita La Rappresentate di lista, oltre al Duomo di Milano sul retro e i fiori sul davanti e sui lati. Come nascono queste idee? 

“L’idea dell’ultimo casco è nata recentemente mentre stavo cantando questa canzone tra me e me in allenamento (Ciao Ciao della Rappresentate di Lista, ndr) e mi ha colpito. Per vincere la Sanremo servono tutti questi ingredienti. Una mente forte, un grande cuore, buone gambe e un po’ di fortuna. Un bel po’ di fortuna. Quindi ho pensato che sarebbe stata una buona occasione per celebrare questa corsa con la canzone più popolare uscita dal Festival di Sanremo. Poi il Duomo, simbolo di Milano, la città da di partenza e i fiori poiché Sanremo è conosciuta come la città dei fiori”.

Quali sono le sensazioni di questo inizio di stagione?

“Onestamente fino alla Tirreno-Adriatico non avevo delle buone sensazioni, poi sul finale della Corsa dei Due Mari ho incominciato a sentirmi meglio. Ho preso un virus ad inizio febbraio che mi ha debilitato parecchio, ho fatto dei buoni piazzamenti ma non riuscivo a trovare la condizione ideale nonostante avessi fatto un’ottima preparazione quest’inverno. La Sanremo per me è una corsa dove, anche se non ho buone sensazioni, uso molto la testa. Durante i primi 150 chilometri della Classicissima non stavo benissimo, ma lì, in quei momenti, la testa fa la differenza. Sono riuscito ad andare oltre le sensazioni che avevo. Poi non è andata come speravo, ma non posso rimproverarmi niente”.

Quella di quest’anno è la tua prima stagione con la Israel – Premier Tech. Che aria si respira all’interno del Team?

“Mi trovo molto bene con tutti, dai corridori allo staff. Sono felice perché sono riuscito a trasmettere ai miei compagni un po’ di amare nei confronti della Milano-Sanremo e questo mi rende molto orgoglioso. Abbiamo corso bene, peccato per la caduta a pochi chilometri dal traguardo in Via Roma”.

I Mondiali in Australia sembrano adatti ai velocisti resistenti. Sono un tuo obiettivo e ne hai già parlato con il C.t Bennati?

“Saranno sicuramente un mio obiettivo, come sempre ciò che più conta è arrivare in ottime condizioni all’appuntamento iridato. Sarà compito di Bennati scegliere i ragazzi da convocare, ma io sicuramente mi farò trovare pronto”.

Foto: SprintCyclingAgency