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Editoriali

Olimpiadi, pagelle Italia 12 febbraio: Moioli, occasione persa. Margaglio troppo tardi. Non è il vero Hofer

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PAGELLE ITALIA OLIMPIADI 12 FEBBRAIO 

Omar Visintin (snowboard), 8.5: due medaglie in due gare, il tabù olimpico è ormai solo un ricordo. Aveva due compiti principali oggi in una gara, quella a coppie miste, dove la donna conta molto di più ai fini del risultato finale, perché scende per ultima: non cadere e non perdere contatto dagli avversari. Missioni compiute entrambe egregiamente.

Michela Moioli (snowboard), 7,5: un argento è sempre un argento, ci mancherebbe. Eppure la Michela Moioli di due anni fa questa gara non l’avrebbe mai persa. Non dopo una partenza formidabile ed un vantaggio superiore al secondo nei confronti dell’americana Lindsey Jacobellis. La statunitense era più veloce nella seconda parte della pista ed ha sfruttato uno spiraglio che la bergamasca ha lasciato aperto all’interno per piazzare il sorpasso decisivo. La portabandiera azzurra resta una campionessa indiscussa, ma non più infallibile come in passato. Nella stagione in corso ha evidenziato troppi alti e bassi, con ben quattro mancati accessi alla finale nelle gare individuali (contando anche quella olimpica): non ci era abituata. E’ ancora giovane e fra quattro anni sarà certamente ancora protagonista a Milano-Cortina 2026.

Lorenzo Sommariva-Caterina Carpano (snowboard), 8: si superano ed approdano in una finale insperata alla vigilia. Peccato per la caduta di Carpano, una ragazza che in questi Giochi ha veramente compiuto un notevole salto di qualità. Il quarto posto finale lascia tanto amaro in bocca, perché il Canada era alla portata.

Italia curling, 5: non ci siamo proprio. Il trend di errori e scelte tattiche sbagliate non si arresta: purtroppo si sta vedendo la peggior Italia dell’ultimo triennio proprio nell’occasione più importante. La sconfitta con la Cina rende decisamente complessa la rincorsa alla semifinale: serviranno almeno cinque successi nelle ultime sei partite, ma non è detto che bastino. E’ come se i fasti del torneo misto abbiano rotto gli equilibri all’interno della compagine maschile, forse schiacciata inconsciamente dalla voglia di emulazione e dalle eccessive aspettative venutesi a creare.

Staffetta Italia sci di fondo donne, 6: le azzurre non sono competitive ai massimi livelli, l’ottavo posto non è neanche un risultato da disprezzare. Era il massimo possibile.

Jeffrey Rosanelli (speed skating), 6: entra nella top20 dei 500 metri, non era scontato. E’ giovane ed ha margini di crescita, anche se il gotha della specialità sembra molto distante.

David Bosa (speed skating), 5,5: non soddisfatto né dal tempo realizzato né dal 23° posto finale. Perde il derby interno con Rosanelli.

Lukas Hofer (biathlon), 6,5: con un errore al poligono e su un tracciato così duro, il Lukas Hofer del 2021 si sarebbe giocato una medaglia. Oggi invece ha concluso 14° a 1’20”, distacco pesante per pensare anche ad una rimonta nell’inseguimento. Peccato che quest’anno, a causa di varie vicissitudini, il vero Hofer non si sia mai visto.

Thomas Bormolini (biathlon), 6,5: fa il suo e chiude 23°. Ormai questa è la sua dimensione, ovvero concludere con costanza tra la 20ma e la 30ma posizione.

Dominik Windisch (biathlon), 6: compromette la top10 mancando gli ultimi due bersagli in piedi. Ma il passo sugli sci non è quello dei giorni migliori. Conclude 30°.

Tommaso Giacomel (biathlon), 5: si parla un gran bene di questo ragazzo, ma sinora in Coppa del Mondo si è visto solo qualche sprazzo sporadico. Oggi parte forte sugli sci, ma al poligono è troppo falloso: manca ben 4 bersagli e chiude 61°, fallendo l’accesso all’inseguimento per soli 6 decimi. Servirà tempo per progredire.

Giovanni Bresadola (salto con gli sci), 6: chiude 35° e non raggiunge l’obiettivo della seconda manche dal trampolino grande. Bisogna solo ringraziarlo: senza di lui l’Italia sarebbe completamente inesistente in questo sport. La sensazione è che, nel nulla totale, quattro anni siano troppo pochi per costruire qualcosa di dignitoso in vista di Milano-Cortina 2026.

Valentina Margaglio (skeleton), 4: ha fatto tantissima fatica a capire una pista realmente complicata, sin dalle prove. Dopo aver commesso errori in serie, solo nella quarta e conclusiva manche si è vista la Margaglio che aveva incantato per tutta la stagione: il terzo crono parziale le è servito per risalire in dodicesima piazza, anche se il giro delle medaglie era ormai lontanissimo. Ha 28 anni, ma va considerata quasi una 20enne per questo sport che ha iniziato a praticare solo dal 2016 (dopo l’esperienza poco felice nel bob). In fase di spinta è la n.1, alla guida le manca ancora qualcosa, soprattutto quando non conosce una pista. Nel 2026 potrebbe finire in maniera ben diversa a Cortina, che speriamo diventi il budello utilizzato per gli allenamenti delle Nazionali di bob, skeleton e slittino. Ammesso che prima o poi partano i lavori…

Charlene Guignard-Matteo Fabbri (pattinaggio di figura), 6,5: peggiorano il punteggio ottenuto nella prova a squadre e chiudono settimi la rhythm dance, poco distanti dall’obiettivo iniziale che era la sesta piazza.

Foto: Lapresse