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Ciclismo

Giovanni Aleotti: “Voglio alzare l’asticella, mi serve più tempo rispetto a Evenepoel e Pogacar. Sagan un riferimento”

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Giovanni Aleotti, emiliano e classe 1999, è un giovane talento italiano che esprime una grande potenziale. Al suo primo anno nella massima categoria con i colori della Bora-Hansgrohe, formazione di cui difenderà i colori anche in questa stagione, ha ottenuto due vittorie, la prima tappa e la classifica generale del Sibiu Tour, in Romania, ed ha partecipato al suo primo Giro d’Italia al fianco di una leggenda come Peter Sagan. Aleotti ora guarda con ambizione e fiducia questa nuova stagione che per lui inizierà con la Vuelta a Andalucia Ruta Ciclista del Sol, in programma dal 16 al 20 febbraio.

Stai mettendo tanti chilometri nelle gambe e a novembre sei stato in California nella galleria del vento di Specialized per lavorare sulla posizione a cronometro e in ritiro con la squadra a Maiorca hai effettuato dei test in pista…

“Verso la fine dello scorso anno abbiamo iniziato a pensare di lavorare di più sulla posizione a cronometro e quindi a novembre sono andato in California quattro giorni nella sede principale di Specialized a fare test in galleria del vento e a studiare una posizione più aerodinamica, poi in pista a Maiorca abbiamo messo in pratica quanto studiato in galleria del vento e abbiamo fatto varie prove. E’ stata un’esperienza bellissima.” 

Come hai cambiato la tua posizione a cronometro rispetto all’anno scorso?

“E’ cambiata tantissimo, ho aumentato la taglia del telaio, da una S sono passato ad una M, in modo tale da essere più disteso e poi abbiamo alzato gli spessori sotto il manubrio per creare meno spazio tra la testa e le braccia ed essere quindi il più aerodinamico e veloce possibile.” 

Montagne e cronometro: dove pensi di dover migliorare maggiormente?

“Sicuramente in entrambi i terreni. Sento di dover migliorare a cronometro ma anche sulle salite da scalatori puri ho un bel lavoro da fare. Un esempio? Lo Zoncolan. Sulle salite lunghe e pedalabili invece riesco a gestirmi bene.” 

All’Italia manca un corridore da corse a tappe. Tu sei uno dei giovani più promettenti però c’è tempo per crescere… 

“Ci sono le eccezioni come Pogacar o Evenepoel, io invece ho bisogno di più tempo. Ad oggi direi che sono più adatto alle corse di un giorno o le brevi corse a tappe poi tra qualche anno vedremo. Per un Grande Giro credo che ci sia bisogno di più esperienza ma già questa seconda stagione tra i professionisti mi darà qualche risposta in più.” 

Il podio al Tour de l’Avenir come ti ha cambiato e che prospettive ti ha dato?

“Sicuramente mi ha cambiato molto perché non me lo aspettavo, non ero andato con l’obiettivo di far classifica. Devo ancora capire che tipo di corridore sono ma non ho tutta questa fretta.” 

Hai avuto l’onore di correre una stagione al fianco di Peter Sagan. Cos’hai imparato da un campione come lui?

“E’ stato molto bello correre al suo fianco, è un grande capitano e uomo-squadra e quando c’era bisogno di aiutarlo tutti hanno sempre dato il massimo. Per me è stato un punto di riferimento importante.” 

La Bora-Hansgrohe quest’anno ha cambiato molto il suo organico. Che aria si respira all’interno del Team?

“La squadra ha cambiato pelle. E’ una formazione più orientata verso i Grandi Giri, sono andati via molti corridori ma ne sono arrivati altrettanti. Io sono ottimista, il gruppo mi sembra buono e credo che potremmo dire la nostra.” 

Quale sarà invece il tuo programma per la prima parte di stagione?

“Incomincio a metà febbraio con la Vuelta a Andalucia Ruta Ciclista del Sol, andrò a Sierra Nevada in altura e poi farò ancora qualche corsa prima di essere al via delle Classiche delle Ardenne e del Giro d’Italia dove lavorerò per i capitani. Le Ardenne e la Corsa Rosa saranno i miei obiettivi per questa prima parte di stagione e conto di arrivarci in ottima condizione.” 

Cosa ti aspetti da quest’anno?

Di crescere rispetto all’anno scorso, mi piacerebbe alzare un po’ l’asticella ed essere quindi più competitivo. Non voglio pormi obiettivi ben precisi, poi se dovesse arrivare qualche risultato personale…tanto meglio. Mi piacerebbe arrivare a fine stagione con la consapevolezza di essere migliorato.”

Qual è la corsa del cuore?

“Il Giro dell’Emilia, è la corsa di casa.”