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Ciclismo

Alessandro Ballan: “Mi aspetto tanto da Battistella e Sobrero. Abbiamo ottimi dilettanti, ma arrivano alla frutta da pro”

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Alessandro Ballan, veneto classe 1979, all’inizio della sua carriera ha fatto fatica a trovare spazio tra i professionisti. Solamente nel 2004 la Lampre ha trovato il coraggio di puntare su di lui e questa scelta fu poi ripagata da grandi risultati come la vittoria al Giro delle Fiandre nel 2007 e il Mondiale di Varese nel 2008, conquistato grazie ad una splendida azione coronata dall’egregio lavoro della Nazionale diretta da Franco Ballerini. Nel 2010 poi Ballan è passato alla BMC, fino al giorno del suo ritiro agonistico. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente a casa Castelfranco Veneto dove è attualmente in quarantena.

Alessandro, come valuti nel complesso il 2021 del ciclismo italiano?

“Non possiamo proprio lamentarci considerando le annate da cui arrivavamo. Damiano Caruso e Sonny Colbrelli sono stati esemplari. Possiamo considerare il 2021 come un anno di ripresa.” 

Siamo negli anni del ricambio generazionale, ci sono molti giovani che si stanno mettendo in vista. C’è qualcuno che ti ha colpito più di altri?

“Ci sono giovani molto interessanti come Samuele Battistella che sta crescendo bene ed è uno dei pochi corridori che ha la distanza, quindi interessante in ottica Classiche. Già da quest’anno mi aspetto qualcosa in più da lui. Poi Matteo Sobrero per le corse a tappe e Davide Ballerini per le Classiche. Il 2021 di Davide è stato un po’ in sordina, speriamo che quest’anno riesca a far vedere il suo potenziale.” 

Sei stato l’ultimo italiano a portare l’iride in Italia. Chi sarà secondo te il prossimo italiano a vestire la maglia iridata anche in vista del Mondiale in Australia?

“E’ una bella domanda. Abbiamo degli ottimi corridori fino ai 200 km, ma per quanto riguarda le corse un po’ più lunghe facciamo fatica. Un Sonny Colbrelli in condizione potrebbe essere un uomo interessante. E’ difficile andar forte, ma ancora più difficile sarà riconfermarsi anche perché sarà sicuramente tenuto più sotto controllo dagli avversari.” 

Possiamo aspettarci per Sonny Colbrelli un finale di carriera alla Paolo Bettini?

“Direi di sì. E’ stato costante, ha marcato degli obiettivi ben precisi e li ha centrati.” 

Nell’immaginario collettivo sembra quasi che gli ori di Ganna abbiamo un peso minore rispetto al Mondiale in linea. Cosa ne pensi?

“Io li considero a pari livello, è sempre una maglia iridata e la cronometro ha preso molto piede. E’ un peccato però che non si dia il giusto valore, a livello d’immagine, ad un atleta come Filippo Ganna.”

Ganna è pronto per giocarsi la Parigi-Roubaix?

“Le doti fisiche le ha. La Roubaix è particolare, è stressante a livello fisico e ci vuole molta concentrazione. Ci vogliono poi fortuna, astuzia ed esperienza. Bisogna cercare di sprecare meno energie possibili cercando di rimanere nelle prime posizioni del gruppo evitando i pericoli. Non è una corsa semplice. Sonny l’ha corsa in maniera superlativa.” 

E in ottica Milano-Sanremo come lo vedi?

“Credo che non possa ambire a fare un grande risultato nella Classicissima anche se ne sarei davvero felice. Filippo alla Milano-Sanremo ha sempre dei capitani in squadra e da quest’anno ci sarà anche Elia Viviani, quindi credo che lavorerà per loro.” 

Juan Ayuso è un giovane molto promettente. In Italia abbiamo corridori come lui?

“Abbiamo ottimi dilettanti in Italia, ma arrivano un po’ alla frutta quando è ora di passare tra i grandi. Purtroppo noi abbiamo troppa mania di esasperazione. Secondo me i ragazzi dovrebbero divertirsi fino agli Juniores e poi cominciare a fare sul serio.” 

Ayuso è un corridore più da corse a tappe o da Classiche?

“Da quello che ho visto direi da corse a tappe, si difende molto bene in salita e va forte a cronometro.” 

Al prossimo Giro d’Italia è improbabile vedere un italiano in top5?

“Il Giro rispetto al Tour è purtroppo un po’ snobbato dalle squadre. Mi auguro che ci sia un italiano in top5, basti ricordare lo scorso anno quando Damiano Caruso si è presentato alla Corsa Rosa come gregario di Mikel Landa e poi ha chiuso al secondo posto.” 

Alla guida della Nazionale c’è Daniele Bennati. Che Italia sarà?

“Mi fa molto piacere che Daniele sia il nuovo commissario tecnico della Nazionale. E’ un amico, abbiamo corso insieme, siamo stati avversari, lo conosco bene e siamo amici. Penso che sia la persona adatta per creare il gruppo giusto. Benna mi ricorda molto Franco Ballerini, parla poco ma quando c’è bisogno di fare i fatti li fa. Magari i risultati non arriveranno subito, ma credo molto in lui e nelle sue capacità.”