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Ciclismo, Alberto Bettiol: “Alle Olimpiadi tradito dalla colite. Sogno i Mondiali, se sto bene mi divertirò”

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Lo avevamo lasciato all’Olimpiade, 14esimo nella prova in linea (frenato dai crampi quando era nel gruppo dei migliori) del 24 luglio e 11esimo nella cronometro quattro giorni dopo. Alberto Bettiol, nel viaggio di ritorno, aveva fatto una promessa al C.t Davide Cassani: “La stagione non è ancora finita, ci sono gli Europei e i Mondiali”, ma la situazione è poi cambiata a causa di alcuni problemi di salute che l’hanno costretto a fermarsi con qualche mese d’anticipo. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente nella sua casa di Lugano.

Una stagione quella di quest’anno che ti ha costretto al riposo con qualche mese d’anticipo. Cos’è successo?

“Mi hanno riscontrato una colite a gennaio, fino al Giro d’Italia sono riuscito a tenerla sotto controllo ma dopo le Olimpiadi è tornata a farsi sentire in modo pronunciato. I dottori mi hanno quindi consigliato di cambiare terapia e dopo i Giochi ci sono state alcune settimane di consulto tra la squadra ed i medici che mi seguono per curare definitivamente questa malattia per ripartire al massimo della condizione.” 

Come hai gestito gli allenamenti?

“Sono quasi sempre andato in bicicletta tranne quando ho dovuto dare i tre cicli di flebo in ospedale a Torino. Inizialmente dopo le Olimpiadi sono stato tre settimane senza toccare la bici e dopo una stagione fitta di impegni ci stai anche bene, ma dopo un po’ iniziavo ad annoiarmi e avevo molta voglia di ricominciare.” 

Durante l’off-season che cosa hai fatto?

“Sono stato in Toscana dai miei genitori e poi a fine ottobre sono andato in Puglia una settimana. Sono rimasto abbastanza vicino senza andare dall’altra parte del mondo. Ho anche cambiato casa (sempre a Lugano, ndr) e quindi mi sono dedicato anche al trasloco. Ho cercato di sistemare più cose possibili in vista della prossima stagione.”

La colite potrà ripresentarsi e quindi magari condizionare anche le prossime stagioni?

“Ora sto bene e tutti speriamo che non si ripresenti più, ma c’è una piccola probabilità che questa possa tornare più avanti. Non ci aspettiamo però di doverci fermare a metà stagione come successo quest’anno. Nel caso in cui dovessero ripresentarsi dei piccoli sintomi non sarebbe un problema, ma l’importante sarà non trovarsi nella condizione post Olimpiade.” 

Come valuteresti il tuo 2021?

“Fino alle Olimpiadi direi molto bene, ma si può sempre fare meglio. Ho vinto una tappa al Giro d’Italia (la Rovereto-Stradella, ndr), cosa non scontata, ho partecipato alle Olimpiadi e sapevo di potermi giocare una medaglia su quel tipo di percorso, non facile e con un bel parterre di corridori, la maggior parte dei quali arrivava dal Tour de France. Per la seconda metà di stagione invece ho un po’ di rammarico, ma vado avanti e penso già al 2022.” 

Cosa ti ha lasciato l’Olimpiade?

“L’Olimpiade è stata un’esperienza completamente diversa rispetto a tutte le altre. Il clima dei Giochi è diverso, è qualcosa difficile da descrivere a parole. Ho sempre guardato le Olimpiadi in tv e trovarmi lì a difendere i colori dell’Italia è stato molto emozionante. Sinceramente ad inizio stagione non ci speravo, poi Davide Cassani mi ha dato fiducia e ho cercato di fare il massimo fino a pochi chilometri dalla conclusione quando sono stato costretto a fermarmi a causa dei crampi. E pensare che mi sono venuti in discesa, quindi in una parte del percorso abbastanza tranquilla, non in salita quando dovevo attaccare. A cosa sono stati dovuti? Probabilmente a questa malattia che avevo in corso e che bisognava curare meglio…” 

Il tuo 2022 da dove comincerà?

“Penso a fine gennaio con la Marseillaise e poi l’Etoile de Bessèges, ma di sicuro non c’è ancora nulla.” 

Quali saranno i tuoi obiettivi per la prossima stagione?

“Prima di tutto stare bene senza avere intoppi di salute e quindi fare un anno normale. Io sono sicuro che se il mio fisico me lo permetterà, e quindi riuscirò ad arrivare alle corse nella giusta condizione, mi potrò divertire. Mi esalto nelle gare di un giorno e vado forte in salita…ho buone carte da potermi giocare.” 

Tra tutte c’è una corsa che vorresti vincere?

“Il Campionato del Mondo, questo è il mio sogno nel cassetto. Quello del prossimo anno sarà un po’ troppo piatto per le mie caratteristiche, ma ho ancora un po’ di anni di carriera davanti.” 

C’è qualcosa che vorresti dire ai tuoi tifosi?

“Vorrei dirgli di avere fiducia in me, ma ammetto di essere fortunato perché sono circondato da persone che mi vogliono veramente bene per la persona che sono in primis, poi per l’Alberto Bettiol corridore.”