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Scacchi, Mondiale 2021: Carlsen-Nepomniachtchi, il lato complesso della seconda partita

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La seconda partita tra Magnus Carlsen e Ian Nepomniachtchi ha seguito dele strade veramente taglienti. Sono andati in difficoltà tutti e due, prima il russo di fronte a una mossa in apertura che non s’aspettava, poi il norvegese quando si è infilato in una linea inferiore con sacrificio che è apparso, più che una scelta, un errore di valutazione.

Il Campione del Mondo ha sfoderato, su una Partita Catalana che già di suo si presta a partite di non facile interpretazione, la molto incisiva 8. Ce5. Non è una vera e propria novità, perché l’egiziano Ahmed Adly l’ha utilizzata con il russo Maxim Matlakov al FIDE Grand Swiss di poche settimane fa. Si tratta però di una situazione inconsueta a questi livelli. Nepomniachtchi ha confermato in conferenza stampa di aver avuto difficoltà contro questa mossa, e la cosa è totalmente dimostrata dalla mezz’ora che ha utilizzato sull’orologio per i successivi tre tratti.

Un’altra mossa chiave è risultata essere 14. e5 con i suoi sviluppi: Carlsen ha inteso prima controllare e poi occupare il centro con questa mossa tesa ad aprire uno spazio per il Cavallo c3 in modo da lasciargli aperta la via di e4. Lo sfidante non ha scelto l’alternativa dei motori, f5, ma si è posizionato con l’Alfiere sulla grande diagonale chiara, quella che va da a8 a h1. Ad ogni modo, di qui si è rimasti in una situazione del tutto caotica a livello posizionale, con piani differenti per ciascuno dei giocatori, un Cavallo nero piazzato dentro lo schieramento bianco e valutazioni piuttosto differenti tra il parere dei motori e quello degli umani.

La scelta di Carlsen di giocare 17. Ce5 probabilmente rispecchia in pieno la situazione non chiara sulla scacchiera. Non è molto precisa, e più tardi lo stesso Campione del Mondo avrebbe utilizzato per questa mossa il termine “blunder”, errore. Non di quelli che perdono una partita, questo è chiaro, ma senz’altro questa scelta gli ha reso più complicata la posizione. E ha ammesso che non avrebbe voluto effettuare i sacrifici che ha invece effettuato (prima di pedone e poi di Torre per Cavallo e Alfiere, come vedremo).

Quello che il numero 1 non si era aspettato era di vedere 18… Cac5 sulla scacchiera: ha poi dichiarato di aver pensato a 18… Cab4, ma non all’opzione più aggressiva. Anche questo deve averlo portato a giocare una mossa un po’ troppo passiva sia per gli umani che per il silicio, oltre che evidentemente per Nepomniachtchi: “Ho pensato wow, all’improvviso il Nero sta decisamente meglio, e forse 20. Tb1 è un po’ troppo. Ae3 doveva essere eseguita per tenere le cose sotto controllo“.

Non è andata troppo bene nemmeno al russo, perché dopo l’interessante 24. Ae4 di Carlsen, una mossa con cui ha cercato di controllare tutto il possibile nella situazione non facile, ha cercato il sacrificio di pedone con 24… c3, una mossa che non gli ha dato nessun vantaggio e ha riportato tutto sui binari di una patta. Molto lottata, ma sempre patta, anche perché una volta installato il Cavallo bianco in d6, questo ha goduto di una notevole forza in grado di frenare molti piani del Nero. Non c’era però la via per ottenere la vittoria da parte del norvegese, che ha prima giocato essenzialmente per pattare e poi cercato vanamente qualche varco in un finale che si sarebbe sbloccato soltanto con degli errori.

Come già si è potuto notare, stiamo assistendo a una sfida molto ricca di spunti. Di quelli tecnici molto si sta scrivendo, ma già dopo le prime due partite è possibile ipotizzare una forte impronta psicologica. Chi pensava che Carlsen sarebbe stato subito in grado di prendersi un vantaggio sull’avversario è stato smentito. La terza sfida del match forse rappresenta la prima vera prova, più che per il norvegese, per Nepomniachtchi. Questo perché, se il Campione del Mondo ha comunque un’abitudine a riprendersi velocemente da simili lotte (anche se questa è stata più breve di altre che lo hanno visto protagonista in passato, come partite da 6-7 ore con Karjakin e Caruana solo per citare le ultime due volte), “Nepo” è un mistero da questo punto di vista a livello di match. In tempi passati, nei tornei un risultato inferiore alle attese lo avrebbe portato a calare di ritmo improvvisamente, ma è un tratto sul quale ha cercato di lavorare e che, ora, viene messo alla prova al livello più alto.

Foto: FIDE / Eric Rosen