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Oltre Cinquecerchi

Scacchi, Europei a squadre 2021: Italia femminile, sconfitta amara con l’Azerbaigian. La squadra Open manca la vittoria con Israele

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Dopo un giorno di riposo, è stata completata la sesta giornata degli Europei a squadre di scacchi, in corso di svolgimento in Slovenia. La formazione femminile, che finora aveva trovato risultati ben oltre le aspettative, stavolta è costretta a fermarsi contro l’Azerbaigian e può rimpiangere un finale non concretizzato in seconda scacchiera. Più o meno lo stesso succede con la squadra Open, che per questione di dettagli non trova la vittoria con Israele.

Per quanto riguarda l’Italia femminile, gli sviluppi più veloci sono quelli che occorrono sulla prima scacchiera (patta di Marina Brunello con Gunay Mammadzada dopo 36 mosse e una Siciliana quasi senza scossoni) e sulla quarta, dove invece Daniela Movileanu, con il Nero, è costretta a cedere a Ulviyya Fataliyeva. Dopo l’adozione della variante di cambio della Difesa Grunfeld, il punto di svolta si ha alla quattordicesima mossa, un arretramento di Cavallo in f7 eccessivamente passivo: il Bianco ha il tempo di dispiegare un potente attacco con i pedoni centrali avanzati in quinta e sesta traversa. Alla fine Fataliyeva arriva a un punto nel quale è inevitabile la promozione a Donna del pedone sulla colonna d: di fronte all’esca che porta alla perdita di una Torre nera, Movileanu abbandona dopo 38 tratti.

Quello tra Tea Gueci e Khanim Balajayeva è un confronto che suona molto come un ottovolante. Già non è troppo usuale la scelta della Partita Italiana (1. e4 e5 2. Cf3 Cc6 3. Ac4), ma è quel che accade dopo a meritare il racconto. Ritrovatasi sotto a livello posizionale e con due pedoni in meno, Gueci, con il Bianco, si trova davanti una svista clamorosa del Nero, un 29… Txd3 che le offre la possibilità di guadagnare la Torre. Con il tempo che inizia a scarseggiare, l’italiana non vede questa continuazione, ma riesce a entrare in un finale che, pur leggermente inferiore (con un pedone in meno), di fatto è patto. Lo tratta con accuratezza, e alla fine si fa mettere in stallo, quella situazione in cui chi deve giocare non ha mosse valide a disposizione. In breve, equa divisione del punto.

A sprecare è però Olga Zimina, che trasforma un finale vinto in uno patto. Succede questo: con il Nero, contro Gulnar Mammadova, l’uscita dai sentieri battuti della difesa Caro-Kann è di difficile lettura per entrambe le giocatrici, ma Zimina sfrutta diverse imprecisioni avversarie per costruire un fortissimo attacco sull’ala di Donna, dove il Bianco ha precedentemente arroccato lungo. Con un potente pedone d passato, le Torri sulla colonna d e i pedoni del Bianco tenuti bloccati, il finale dovrebbe essere appannaggio del Nero, ma Zimina, in ristrettezze di tempo, sbaglia completamente tattica, non vedendo uno scacco che avrebbe proseguito la sua azione d’attacco decisiva. La posizione diventa d’improvviso pari, e si trascina per trenta mosse fino lla patta siglata alla novantunesima.

Per quel che riguarda il settore Open, va senz’altro rimarcata la vittoria di Lorenzo Lodici su Avital Boruchovsky. Dopo gli sviluppi della Nimzo-Indiana, e in un finale raggiunto rapidamente e che sembrava ormai patto, è l’israeliano a commettere uno svarione decisivo alla trentottesima mossa, che ha solo l’effetto di liberare i pericolosi pedoni bianchi dell’ala di Re e di darne a Lodici due di vantaggio, decisivi per il Bianco: è abbandono del Nero dopo 52 tratti. Costretto alla sconfitta invece Luca Moroni contro l’esperto Ilia Smirin, giocatore dal validissimo passato, che di Siciliana con il Nero ferisce. In questo caso l’italiano si trova in difficoltà fin dall’uscita dall’apertura, con pezzi mal collocati di fronte a una forte iniziativa del Nero che mai la molla: dopo 39 mosse finisce la partita con il punto intero dell’israeliano.

Se la patta di Francesco Sonis con Evgeny Postny è figlia di una partita priva di emozioni, è quella tra Daniele Vocaturo e Victor Mikhalevski a generare i maggiori rimpianti per l’Italia. Con il Nero, il nostro numero 1 si districa bene dalle maglie dell’Apertura Réti (1. Cf3, che a volte rientra in altri sistemi, ma non in questo caso). Riesce poi a costruirsi una validissima iniziativa che lo porta a entrare nello schieramento difensivo del Bianco con Donna e Alfiere (e il sostegno delle Torri), ma non trova la giusta continuazione alla trentaquattresima mossa dando respiro al suo avversario. Non vede poi almeno un paio di opportunità per ritornare a volgere la situazione in proprio favore ed è bloccato sulla patta dopo 59 tratti.

Negli altri incontri, in chiave Open sembra interessante almeno quanto la corsa alla vittoria il cammino di Alireza Firouzja: il franco-iraniano vince ancora con il greco Dimitrios Mastrovasilis e arriva non solo a minacciare il numero 2 del mondo del cinese Ding Liren, ma anche ad attentare a quota 2800. In tal caso, sarebbe il quattordicesimo essere umano a riuscirci. In graduatoria è sempre prima la Russia a quota 10, ma braccata da cinque squadre a quota 9. L’Italia, a 5, è al 27° posto. Per quel che riguarda le donne, invece, è la Russia a trovarsi costantemente in fuga con 12 punti: segue la Georgia con 10, poi c’è la coppia Azerbaigian-Ucraina a 9. La squadra italiana è settima a quota 7 insieme ad altre cinque.

Prossimo turno domani: la formazione Open gioca con la Slovacchia, che ha sì diversi buoni giocatori, ma come livello è inferiore. Quella femminile, invece, ha ottenuto un buon sorteggio contro l’Olanda, il cui livello è sostanzialmente uguale rispetto all’Italia.

Foto: yarrbrush / Shutterstock.com