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Scacchi: Carlsen-Nepomniachtchi, la Spagnola chiusa e la novità in apertura

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Magnus Carlsen e Ian Nepomniachtchi hanno aperto ieri la sfida mondiale. Dalla Norvegia alla Russia, il confronto che vale il titolo iridato ha già regalato diverse cose interessanti: la prima partita li ha visti confrontarsi sul terreno della partita Spagnola, nota internazionalmente anche come Ruy Lopez dal nome dell’uomo che la diffuse nel mondo nel ‘500.

Andiamo ad occuparci in particolare della variante scelta dai due, la Spagnola chiusa con il Nero che, invece della tradizionale 7… d6, utilizza l’arrocco corto. Si tratta della seconda linea più popolare in questo senso, ma “Nepo” è andato anche più in profondità, scegliendo 8. h3. Insieme a un certo numero di altre opzioni all’ottava mossa, questa introduce i cosiddetti sistemi “anti-Marshall”, che si chiamano così perché impediscono proprio l’attacco Marshall, una popolarissima linea che si origina da 8. c3 e che permette l’immediata d5 del Nero. Si tratta di un sistema giocato un po’ a tutti i livelli, e molto apprezzato da diversi Grandi Maestri, tra cui l’armeno (passato sotto insegne USA) Levon Aronian, ma detestato da diversi altri. Nepomniachtchi, infatti, ha scelto di evitare questa continuazione.

Ancora maggiore lo stupore di tanti quando Carlsen ha semplicemente lasciato andare il pedone della colonna e: un sacrificio in piena regola, quello con 8… Ca5. Le occasioni in cui tale posizione si è verificata tra umani si contano (letteralmente) sulle dita di una mano, ma i motori scacchistici si sono imbattuti spesso in questa e, come vedremo, altre continuazioni. Il concetto è: il Nero sacrifica un pedone per avere un controgioco piuttosto attivo.

Alla quattordicesima, la vera novità teorica, che in confronti di alto livello non si era mai avuta (i database riferiscono di due sole partite, ma molto lontane, e con molto diciamo 800 ELO, per forza di gioco). 14. Rf1, giocata peraltro molto velocemente, mostra la profondità della preparazione del russo, dalla quale Carlsen non si è ovviamente fatto sorprendere. Ha riferito Fabiano Caruana che dietro a questa mossa ci sono due potenziali idee: Re più vicino al centro in vista del finale e mantenere la Torre difesa dopo 14… Dxe5 15. Dxb7 (situazione che sulla scacchiera non si è verificata). In ogni caso, qualche esempio si era avuto anche nel gioco per corrispondenza.

L’altro grande punto focale della partita è stato quello relativo alla mossa numero 33 del Nero, lo spostamento in avanti del pedone in b4. Carlsen, per arrivarci, ha semplificato la posizione togliendo di mezzo la coppia degli Alfieri, entrando in un finale di Torri e Cavallo. Chi si aspettava una fase thrilling è stato però, se non deluso, quantomeno costretto ad aspettare: merito di Nepomniachtchi, che si è difeso correttamente e non ha aperto alcuna crepa una volta restituito il pedone.

In conclusione, possiamo dire che questa prima partita ha mostrato un frammento di vena fantasiosa di “Nepo”, ma anche la sua particolare voglia di non prendersi dei rischi inutili, scegliendo invece continuazioni a volte di sicurezza. Il Campione del Mondo, del resto, è stato in grado di migliorare ogni volta un pochino di più la propria posizione, anche se le chance di vittoria non sono mai state reali. Ha saputo però trovarsi in una posizione nella quale diversi commentatori hanno dichiarato che avrebbero preferito trovarsi con il Nero invece che con il Bianco (struttura pedonale migliore, pezzi un po’ più liberi di muoversi).

Foto: FIDE / Eric Rosen