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Rugby

Rugby, perché il divario tra Italia ed Argentina si è ingigantito nell’ultimo decennio

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Secondo test match autunnale per l’Italia questo sabato, quando a Treviso arriva l’Argentina dopo la sfida contro gli All Blacks. E con i Pumas è il match più atteso di questo autunno, la possibile cartina tornasole dello stato di salute reale degli azzurri per capire con che spirito Lamaro e compagni arriveranno al prossimo Sei Nazioni.

Ventitreesima sfida tra l’Italrugby e l’Argentina, con gli azzurri che vantano cinque successi, un pareggio e 16 sconfitte, ma Italia che non batte i Pumas dal 28 giugno 2008, quando a Cordoba gli azzurri si imposero 13-12. Da allora sette sconfitte consecutive, ma arrivate quasi sempre dopo match molto combattuti. Se si escludono, infatti, il 37-22 del 2012 (dove comunque il conteggio delle mete fu di 4-3 per i Pumas) e il 15-31 del 2017 a Firenze, tutte le altre partite si sono chiuse con un margine inferiore ai 10 punti.

Un divario cresciuto per diversi motivi. Il primo è tutto italiano ed è lo stesso motivo per il quale è aumentato il divario con le altre big del rugby mondiale. Negli ultimi anni i problemi interni alla palla ovale del Belpaese hanno rallentato la crescita, con l’ingresso in Celtic League che non ha portato il salto di qualità sperato, mentre fino a oggi il ricambio generazionale non ha portato a un aumento generale della qualità, anzi tutt’altro. Ma un divario cresciuto anche per quel che è successo in Argentina.

Da un lato, infatti, la Federazione argentina ha lavorato molto bene e ha imposto regole più ferree che hanno portato sempre meno giocatori a scegliere di emigrare, di venire in Italia e – come in passato con i Dominguez o i Castrogiovanni – di scegliere la maglia azzurra. Inoltre, dal 2012 l’Argentina è stata inserita nell’ex Tri Nations e, dunque, ha avuto modo di affrontare ogni anno Nuova Zelanda, Australia e Sudafrica, mentre fino ad allora era isolata e poteva confrontarsi con i migliori solo nei test match. Dal 2016, poi, vi è stato l’inserimento degli Jaguares nel Super Rugby, altra occasione di confronto e occasione per evitare la diaspora di giocatori.

Insomma, da un lato l’Italia non è cresciuta come ci si aspettava e sperava, dall’altro nell’ultimo decennio l’Argentina è diventata sempre più centrale nel mondo ovale e ha avuto lei quelle occasioni di crescita che gli azzurri avevano avuto dal 2000, cioè dall’ingresso nel Sei Nazioni. Ma attenzione, perché il divario è cresciuto e l’Italia non vince dal 2008, ma i confronti con i Pumas sono sempre stati molto equilibrati e sabato a Treviso i ragazzi di Kieran Crowley avranno l’occasione di fermare la striscia negativa.

Foto: Domenico Cippitelli – LPS