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Ciclismo

Daniele Bennati: “Moscon può vincere un Mondiale, Baroncini ha un gran fisico. Mi ispiro a Ballerini”

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Daniele Bennati indossa la maglia azzurra e la guarda con grande orgoglio: “Il primo messaggio che voglio lanciare come nuovo Commissario Tecnico della Nazionale è che chi vuole vestirla la deve meritare”. Bennati è così subentrato a Davide Cassani che era al comando dal Mondiale di Ponferrada 2014: “Ho avuto subito un buon feeling con la Federazione“, ha raccontato l’ex professionista Bennati. “Non nascondo che fare il ct era una mia grande ambizione. E’ nato tutto un mese e mezzo fa e sono stato subito entusiasta anche se è un ruolo che richiede una grande responsabilità. A noi italiani manca il Mondiale dal 2008, non ho la bacchetta magica ma cercherò di riportare l’iride in Italia”. Il “Benna”, 41 anni, ex sprinter vincitore di tappe in tutti e tre i Grandi Giri (54 vittorie in carriera, ndr) ed ex gregario di gran classe sembra avere le idee molto chiare.

Daniele, quando hai pensato che un giorno avresti potuto guidare l’Italia? 

“Ti dico la verità, gli ultimi anni della mia carriera (dal 2013 in poi) sono stati anni nuovi per me, con un ruolo diverso e credo mi sia riuscito parecchio bene. Nell’ambiente credo si sia vociferato che un giorno avrei potuto guidare la Nazionale. Quando ero corridore però non gli davo il giusto peso, pensavo solo a correre e non a quello che avrei potuto fare dopo. All’ultimo Mondiale, quello di Bergen 2017, l’idea di essere ct ha iniziato a frullare nella mia testa. Ne parlavamo spesso anche a tavola con gli altri corridori e con gli addetti ai lavori. Non avrei mai pensato però di ricoprire questo ruolo così presto, due anni dopo aver smesso.” 

Sei stato l’uomo di fiducia di tanti campioni, come Sagan e Contador. Questo aspetto può aver influito nella scelta della Federazione?

“Penso proprio di sì. Contador è stato l’ulteriore spinta che mi ha permesso di diventare ancora più popolare. Grazie a lui si sono aperte grandi possibilità, ero molto ricercato dalle squadre e stimato in gruppo. Ho smesso di correre in bici da poco, e anche questo penso che possa essere un valore aggiunto. Conosco bene il gruppo.” 

A quale ct ti ispiri?

“Ero molto amico di Franco Ballerini e mi sono sempre ispirato a lui. Il Ballero mi voleva un bene dell’anima come io ne volevo a lui. Il suo carisma, il suo modo di fare mi hanno sempre affascinato.” 

Ti sei presentato affermando di puntare al Mondiale in linea. Cosa ti rende fiducioso?

“Sono sicuro, l’ho detto perché i fatti parlano. E’ normale che il ct debba sempre cercare di dare il massimo. L’appuntamento più importante è il Mondiale, non ho la bacchetta magica ma riportare l’iride in Italia è un mio grande obiettivo. Non nascondo però che metterei oggi la firma per ottenere i risultati raggiunti in questi anni.” 

Che tipo di percorso ci aspetta ai Mondiali 2022?

“Bisogna capire se verrà confermato il Campionato del Mondo in Australia, ma credo ci siano buone possibilità. Valuteremo poi se sarà possibile andare a visionare il percorso che dalla carta non sembra essere esigente. E questo può giocare a nostro favore.” 

Parlando di corridori, Filippo Baroncini può essere l’uomo delle Classiche del futuro?

“Non lo conosco personalmente, ma sta facendo bene. E’ uno dei giovani più promettenti, ha un grande fisico. Mi auguro che possa continuare a crescere così e credo che in un ambiente come la Trek-Segafredo troverà il modo di maturare nel migliore dei modi.” 

Moscon, come Colbrelli, potrà ottenere qualche bella soddisfazione nella seconda parte di carriera?

“Per Gianni sono convinto che con il cambio di squadra troverà nuovi stimoli. E’ un corridore che ha dei numeri incredibili e può vincere qualsiasi tipo di Classica, ma anche un Mondiale è alla sua portata.” 

Quanto dovremo aspettare per trovare un corridore a tappe competitivo, l’erede di Nibali? 

“Magari lo scopriremo tra poco. Vincenzo ha dimostrato in tutti questi anni di essere un grandissimo campione. Un suo erede ci manca.” 

Cosa ti ha lasciato in eredità Davide Cassani?

“Con Davide ho un buonissimo rapporto, l’ho sentito e ci siamo confrontati come giusto che sia. Se oggi sono qui a ricoprire il ruolo di Commissario Tecnico della Nazionale un ringraziamento va anche a lui. Con Cassani ho fatto quattro Mondiali con il ruolo di regista in corsa. Spero che possa portare avanti l’idea di una formazione World Tour italiana: sarebbe fantastico perché ormai manca da tanti anni.” 

Quali saranno i tuoi prossimi programmi?

“Sono a Milano per programmare la prossima stagione con la Federazione.”

Com’è cambiata la tua vita in quest’ultima settimana?

“In realtà non è cambiata più di tanto se non per il telefono che continua a squillare. Dopo due anni di inattività da corridore avevo un po’ perso questi ritmi (ride ndr).”