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Boxe, Aziz Abbes Mouhiidine: “Il cubano all’orecchio mi ha detto che ho vinto. Punto a Parigi 2024, poi il professionismo”

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Otto anni dopo Clemente Russo, l’Italia è tornata a disputare una finale dei pesi massimi ai Mondiali Aiba di boxe grazie ad Aziz Abbes Mouhiidine. Il pugile campano, approdato nell’atto conclusivo della competizione al termine di un percorso entusiasmante, si è arreso al fuoriclasse cubano Julio La Cruz, bi-campione olimpico in due differenti categorie (mediomassimi a Rio 2016 e massimi a Tokyo 2020). Dire che il verdetto ha fatto discutere è un eufemismo. L’azzurro si era chiaramente aggiudicato la prima ripresa, portando a segno almeno tre colpi di pregevole fattura, in particolare due ganci sinistri di una pulizia estrema, che si sono abbattuti in pieno volto sul caraibico, il quale si è rivelato nel contempo piuttosto passivo e remissivo. Incredibilmente, tuttavia, tre giudici su cinque hanno assegnato il round al cubano, di fatto compromettendo sin da subito le chance iridate dell’italiano.

Abbes, senti che ti è stato tolto qualcosa che avresti meritato?
Tutti la pensano come te per il primo round. Quando mi hanno comunicato il 3-2 ho fatto un gran sorriso, era impossibile non darla a me. Sono rimasto sbalordito, mi sono detto comunque di continuare a divertirmi e dimostrare sul ring chi sono. Nonostante la testata che ho subito ed il risultato già condizionato dopo la prima ripresa, sono andato avanti ed ho disputato un ottimo match. Al di là del risultato, io mi aspettavo una prima ripresa a mio favore. Quando ci siamo abbracciati alla fine, il cubano l’ha ammesso, all’orecchio mi ha detto ‘you win, you are the champion’. Sono contentissimo di aver fatto questo incontro, è un punto di partenza per Parigi 2024“.

Abbiamo avuto la sensazione che tu sia migliorato in maniera esponenziale match dopo match in questo Mondiale. 
E’ la pura verità, ogni match è stato preparato tatticamente e tecnicamente, sono andato sempre in crescendo. Nel primo incontro l’armeno era scorbutico e un po’ scorretto, non sono riuscito a fare il mio pugilato. Poi mi sono sciolto ed ho disputato dei grandi incontri, ho preso convinzione“.

Sei un grande pugile dal punto di vista tecnico, con grande colpo d’occhio e mobilità di gambe. Ti manca ancora il colpo del KO?
Sto lavorando sulla potenza dei colpi. Ogni atleta non è mai perfetto. So che questa è una delle cose che devo migliorare“.

Tu e Salvatore Cavallaro siete rimasti vittima di una grave ingiustizia. A causa della pandemia sono stati rivisti in maniera assurda i criteri di qualificazione alle Olimpiadi e dunque siete stati estromessi da Tokyo 2020: incredibile per due pugili del vostro valore, poi sul podio ai Mondiali.
Io e Salvatore siamo stati malissimo dopo la decisione di annullare tutti i preolimpici, per noi non c’erano più chance, mentre hanno preso in considerazione questo ranking che non sappiamo nemmeno come venga fatto, si sono qualificati pugili africani o panamericani che hanno disputato un solo torneo. Se avessero fatto il torneo mondiale ci sarebbe stato tanto da dimostrare, ognuno poteva dire la sua. Questo mi dà ancora più carica per Parigi. Sono contentissimo e pieno di motivazioni, mi sento in vena di ricominciare di nuovo e di fare molto bene per Europei e Mondiali. Poi a Parigi l’Italia si merita di stare lì“.

La nuova guida tecnica della Nazionale ha portato dei benefici?
Questa nuova guida tecnica mi ha giovato. Dopo il primo torneo di qualificazione olimpica che si disputò a Londra, io e Cavallaro non andammo in Nazionale per un anno a causa delle restrizioni del Covid, dunque il quel periodo ci allenammo da soli a casa con i nostri maestri di società, quindi io con Gennaro e Gianluigi Moffa. Poi, tornati in Nazionale, abbiamo iniziato un percorso con i nuovi allenatori che sta dando i suoi frutti“.

A nostro avviso la boxe dilettantistica è propedeutica a quella professionistica. Clemente Russo e Roberto Cammarelle sono stati dei grandissimi campioni, tuttavia è chiaro che se l’Italia avesse un Tyson Fury cambierebbe tutto. Qual è la tua idea in proposito?
Anche io la penso così. Ora voglio fare questo ciclo olimpico e prendere una medaglia a Parigi 2024. Poi, se ci sarà la possibilità con una buona offerta, ci può stare il passaggio al professionismo. Io sono super favorevole, mi piace quel mondo, lo spettacolo, tutto“.

Foto: pagina FB FPI