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ATP Finals, Jannik Sinner regala spettacolo: manca due match point e si arrende 7-6 al terzo set contro Medvedev

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Le prime ATP Finals di Jannik Sinner si concludono con una sconfitta che può insegnargli davvero tanto. Il ragazzo di Sesto Pusteria, già nel pomeriggio consapevole dell’eliminazione, non va lontano dal battere per la prima volta in carriera Daniil Medvedev. Un 6-0 6-7 7-6 in poco più di due ore e mezza che parla di come il numero 2 al mondo abbia approcciato la partita con la voglia di vincere; l’azzurro ha avuto un inizio choc, in cui è stato travolto dal russo, ma è rientrato piano piano in carreggiata, avendo anche delle chance per vincere la partita e portarsi a casa altri 200 punti ATP. Alla lunga la maggior esperienza ad alti livelli è venuta a galla, ma l’allievo di Riccardo Piatti può prendere d’insegnamento il secondo e il terzo set, con la consapevolezza che sul cemento indoor può fare male davvero a tutti.

Jannik cade subito nella rete del russo. Medvedev ribatte ogni cosa e l’azzurro si fa prendere dalla ricerca spasmodica del vincente: tra qualche errore da fondo e un turno di battuta perfetto del numero 2 al mondo, arriva una striscia di nove punti a zero che lo mette a comandare le operazioni e con tre occasioni di doppio break. Sinner riesce a difendersi con coraggio, ma altri due errori lo portano a sprofondare sul 4-0. Il russo è semplicemente un mostro, rendendo il ragazzo di Sesto Pusteria, che pure prova ad impensierirlo, un burattino nelle sue mani: arriva un perentorio 6-0 in 24 minuti giocati in maniera allucinante dal campione dell’ultimo US Open.

Sinner riesce  a sbloccarsi nel primo game del secondo set con una fatica immane allontanando gli spettri di Marsiglia 2021, ma servono le occasioni anche in risposta. Che arrivano improvvisamente nel quarto gioco, con Jannik che pesca dal mazzo un paio di colpi in risposta niente male. Viene in aiuto anche il pubblico di Torino, che inizia a schierarsi con l’azzurro innervosendo Medvedev; il russo annulla tre palle break di cattiveria, ma un suo rovescio in rete permette all’azzurro di prendersi il break. Una reazione non scontata dopo un bagel, nemmeno da un super talento come il ragazzo di Sesto Pusteria.

L’occasione per fuggire in avanti è ghiotta, ma l’azzurro la spreca, anche a causa di due nastri che favoriscono il più quotato avversario. Sinner non perde la testa, la partita ora è alla pari e riesce a scalfire piano piano il gioco del suo avversario, meno irresistibile rispetto alla prima ora di gioco. Parliamo sempre del numero 2 al mondo, che tiene comunque i propri servizi portando la partita ad un equilibratissimo tie-break fino al 5 pari, quando l’azzurro si procura una palla set chiamando a rete l’avversario e sparando al corpo il passante, per poi chiudere i conti con un dritto lungolinea: si va al terzo.

Che si mantiene sui binari dell’equilibrio in avvio. Il secondo turno di servizio di Jannik è complicato a causa della carenza di prime, ma se la cava di cattiveria; dall’altra parte però Medvedev inizia ad accusare un po’ di stanchezza ed entra in modalità ‘tiro tutto’, volendo chiudere al più presto la partita. La tattica gli si ritorce inizialmente contro, poiché con due errori e un doppio fallo permette all’azzurro di mettere la freccia; ma nel settimo gioco la partita gira nuovamente, con Medvedev che mantiene il servizio dopo dodici scambi giocati in un amen tirando ogni servizio a più di duecento all’ora per poi brekkare Sinner, complice anche una temporanea anemia di prime.

Il tie-break è dietro l’angolo e arriva: Medvedev mette subito il naso avanti con un rovescio diagonale in controtempo, per poi sbagliare un colpo da fondo. Il numero 2 al mondo però vuole vincerla, e con una risposta di livello che indirizza lo scambio si cambia campo sul 4-2 in suo favore. Sinner non si arrende, imponendosi sulla diagonale di dritto per chiudere il 5-4 con una volée; i servizi comandano, con ogni punto che può significare la vittoria. Jannik ha due match point in risposta, con il numero 2 al mondo che li annulla autorevolmente, l’azzurro si salva una volta grazie al servizio ma sul secondo viene cotto a fuoco lento da Medvedev che chiude con un dritto lungolinea, con l’azzurro che esce dal campo arrabbiato per le occasioni buttate via, ma consapevole che il livello dei migliori non è impossibile da raggiungere.

Resa al servizio che, in fondo, ha fatto la differenza. Poiché il russo è riuscito spesso a togliersi dai guai grazie a 18 ace ed il 71% di prime messe in campo. Per entrambi il bilancio vincenti/non forzati è in passivo, ma è ancora Medvedev ad avere numeri migliori, con un 33/34 contro il 25/33 di Jannik. Che si è visto molto spesso a rete, con numeri ottimi: il 18/22 è un dato confortante per una sua futura evoluzione in questo fondamentale.

Foto: LaPresse