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ATP Finals 2021, Daniil Medvedev supera agilmente Casper Ruud ed è in finale

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Seconda finale consecutiva nelle ATP Finals per Daniil Medvedev. Il tennista russo, numero 2 delle classifiche mondiali, conferma il pronostico che lo vedeva favorito contro Casper Ruud: 6-4 6-2 in 80 minuti giocando un match aggressivo, concedendo poco e nulla al suo dirimpettaio. Per lui c’è l’occasione di confermare il titolo dello scorso anno ed è ora in attesa di sapere se ci sarà il quarto atto del 2021 con Novak Djokovic o se ritroverà a distanza di un anno sulla sua strada Alexander Zverev. 

Medvedev non ci mette niente ad indirizzare subito la prima frazione. Il russo spinge potentemente con il dritto in maniera immediata e mette in difficoltà il norvegese, conquistando il break. Con le stesse caratteristiche il numero 2 al mondo va vicino a raddoppiare il margine di vantaggio, ma Ruud si salva con servizio e rovescio fondocampo; non basta però per rimontare, poiché il russo non offre chance di rimonta e chiude i conti sul 6-4.

Il successo del primo set concede a Medvedev un piccolo vantaggio. Sotto il profilo psicologico, oltre che nel punteggio; Ruud è costretto a qualche azzardo di troppo per tentare di rimettersi in carreggiata. Lo si vede nel quinto gioco, con un braccio di ferro di quasi dieci minuti: il norvegese rischia, con qualche errore di troppo, e capitola nella terza occasione in cui deve difendere il servizio. Da lì il numero 8 del torneo perde lucidità, offrendo il fianco all’avversario. Basti pensare al modo in cui subisce il doppio break, chiedendo la revisione di un colpo dell’avversario palesemente in campo e su cui era riuscito a mettere su un gran lob; Medvedev ‘scherza’ sui primi due scambi quando serve per il match, per poi recuperare la concentrazione e prendersi la finale.

Assolutamente meritata, per quanto dicono i numeri: 17-14 il rapporto vincenti/non forzati, a dispetto del norvegese che va in passivo con il suo 14-21. Il dato più emblematico sono le palle break concesse, il numero 2 al mondo non offre nemmeno una chance a Ruud, che dall’altra parte si è dovuto difendere per nove volte, in media una volta per game al servizio.

Foto: LaPresse