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Ginnastica, Angelina Melnikova Reginetta Mondiale: l’oro della consacrazione, americane ko. Alice D’Amato ottava

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Angelina Melnikova ha completato la sua ormai eterna rincorsa verso la conquista di un titolo internazionale sul giro completo e si è definitivamente consacrata come una delle migliori ginnaste dell’ultimo decennio. La russa si è laureata Campionessa del Mondo all-around, imponendosi a Kitakyushu (Giappone) al termine di una gara ben condotta, decisamente solida, priva di grosse sbavature e disputata con la lucidità tipica di quella che è ormai una veterana.

La ribattezzata Miss Ginnastica, in virtù della sua evidente bellezza estetica, si è messa al collo l’agognata medaglia d’oro con 56.632 punti, rispettando il pronostico della vigilia. La 21enne di Voronez ha incominciato in maniera brillante con un doppio avvitamento al volteggio (14.466), ha sfoderato tutta la sua grazia ed eleganza alle parallele (14.533 con 6.1 di D Score), si è ben difesa sulla sempre insidiosa trave che in passato le aveva dato dei problemi (13.800, 5.6 la nota di partenza), poi all’amato corpo libero ha evitato di strafare e ha controllato ogni minimo dettaglio (13.833, 5.5) per non incappare in sgradite sorprese.

Angelina Melnikova, che alle Olimpiadi ha trascinato la Russia verso la conquista della memorabile medaglia d’oro nella gara a squadre, è riuscita a mettere le mani sul primo titolo iridato dopo quattro medaglie di altri metalli (argento con la squadra nel 2018 e nel 2019, bronzo nel concorso generale e al corpo libero nel 2019). Si tratta della ciliegina sulla torta di una carriera memorabile, condita anche dal bronzo sul giro completo e al quadrato ai Giochi di Tokyo 2020 oltre che da una moltitudine di allori continentali: potrà godersi un periodo di riposo, per poi rilanciarsi verso le Olimpiadi di Parigi 2024.

La Russia torna a vincere la gara regina dei Mondiali dopo addirittura undici anni (Aliya Mustafina nel 2010), spezzando il dominio decennale delle statunitensi (dal 2011 vanno conteggiati 5 sigilli di Simone Biles, 1 di Morgan Hurd, 1 di Jordyn Wieber). Oggi la corazzata a stelle e strisce si è dovuta accontentare di secondo e terzo posto. Leanne Wong ha punzecchiato Melnikova per tutta la gara, le ha messo pressione sperando in un errore che però non è mai arrivato. La 18enne del Kansas, riserva ai Giochi e già vincitrice della American Cup nel 2019, ha chiuso con 56.340 punti all’attivo: ha pagato un decimo di penalità per un’uscita sul volteggio (14.341 col dty), si è difesa alle parallele (14.066), ha poi cercato il ribaltone tra trave (13.900) e corpo libero (14.033), ma si è dovuta inchinare.

La sua connazionale Kayla DiCello ha pagato a caro prezzo una caduta alle parallele (12.766, 54.566 il generale). La 17enne, anch’ella alternate alle Olimpiadi, ha regolato per un punto l’ambiziosa russa Vladislava Urazova, che sconta una caduta in entrata dalla trave (53.598). Oggi si saliva sul podio con una caduta, in una gara tecnicamente non mostruosa e in cui la rivelazione olandese Naomi Visser ha guadagnato un prezioso quinto posto (52.832) davanti alla troppo fallosa cinese Wei Xiaoyuan (52.699) e alla portoghese Filipa Martins (52.199).

Alice D’Amato ha conquistato un buon ottavo posto (52.082), che vale anche il diploma di merito riservato alle migliori otto atlete. La genovese ha iniziato malissimo con una caduta alla trave (11.766), ma poi ha alzato il ritmo tra corpo libero (13.000) e volteggio (14.400), prima di una chiusura non impeccabile alle parallele (12.916 con caduta). La 18enne avrebbe anche potuto ambire alla top-5 se non avesse commesso certi errori, perdonabili vista l’intensità di una stagione infinita e comunque chiusa nel migliore dei modi. Asia D’Amato chiude in 12ma posizione: le sbavature tra staggi (12.600), 10 cm (11.900), quadrato (12.833) le hanno impedito di andare oltre, ma sabato 23 ottobre avrà la possibilità di disputare la finale al volteggio (oggi 13.366 col doppio avvitamento).

Foto: Lapresse