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Pattinaggio Artistico

Pattinaggio artistico, Test Russia 2021: Kamila Valieva è poesia, benissimo Tarasova-Morozov

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Gli occhi del mondo su Chelyabinsk. Gli atleti della Nazionale russa, eccellenza assoluta del pattinaggio di figura mondiale, hanno presentato nella giornata di oggi per la prima volta in pubblico i loro programma corti in occasione dei classici test skate, non una gara ma una “semplice” esibizione senza classifica ma comunque con una commissione interna giudicante.

A vincere senza dubbio il premio di MVP è stata Kamila Valieva che, finalmente, affronterà la sua prima stagione tra i grandi dopo aver dominato in ambito Junior: un programma corto di struggente bellezza quello della fuoriclasse di Eteri Tutberidze, interpretato su “In Memoriam” di Kirill Richter, simile nelle atmosfere a quello dello scorso anno ma ancora più oculato e curato nei minimi dettagli, ricchissimo e, aspetto non banale, ben coperto: non c’è un centimetro della superfice del ghiaccio che la nativa di Kazan non ricopra con i suoi pattini.

La campionessa Mondiale Junior in carica ha cominciato la prova sciorinando un meraviglioso triplo axel, rigorosamente ruotato con entrambe le braccia alzate durante la fase di rotazione, per poi passare in rassegna il triplo flip, altro elemento eseguito divinamente e, in zona bonus, la combinazione triplo lutz/triplo toeloop. Da menzione speciale inoltre tutte e tre le trottole, ricercate e dalle difficilissime posizioni. Non ha deluso quindi le aspettative Valieva, dettando i suoi ritmi e mandando un messaggio chiaro, se non chiarissimo, alle sue principali avversarie.

A caldissimo, analizzando soltanto questa primissima porzione in attesa del libero di domani, soltanto la migliore Anna Shcherbakova può tenere testa a una meraviglia della natura simile. La detentrice del titolo iridato infatti, pur non presentando il triplo axel e non ancora al top, ha sfoggiato per l’ennesimo anno consecutivo un miglioramento forte nelle components, firmando uno short (“The Songs of Distant Earth” di Kirill Richter) per tre quarti maestoso: gigante il doppio axel inaugurale, veloce, fluido, alto, il triplo flip, stupenda la sequenza di passi. Al netto di un errore nella combinazione, dove non è riuscita ad agganciare il triplo rittberger dopo il triplo lutz, Shcherbakova ha chiaramente dimostrato di poter rimanere, a parità di prestazioni, in scia della giovanissima rivale, facendo presagire una battaglia a dir poco avvincente.

Un gradino sotto, ovviamente al momento, Alena Kostornaia e Alexandra Trusova, ritornate alla base dopo la parentesi negativa con Evgenii Plushenko: la prima, ed è una delle notizie più confortanti, è tornata finalmente a staccare il triplo axel con regolarità (oggi arrivo con step out) eseguendo uno short su sfumature blues (“Am I The One” di Beth Hart), interessante seppur ancora da affinare; la seconda invece, trovandosi a suo agio nelle atmosfere di “Frida“, ha dato dimostrazione di una grande potenza, anche da un punto di vista prettamente artistico che potrebbe dare non poco filo da torcere nelle competizioni che contano. Nonostante una caduta nel triplo axel quindi, la regina dei quadrupli c’è. Eccome se c’è.

Benissimo inoltre le altre tre debuttanti (da non sottovalutare in nessuna occasione) nella massima categoria Daria Usacheva, Maya Khromykh e Kseniia Sinitsyna, nonché la super veterana Elizveta Tuktamysheva, oggi artefice di un programma privo di sbavature dove ha sfoggiato il triplo axel, un triplo lutz eccezionale e la combinazione triplo flip/triplo toeloop.

Situazione incandescente nelle coppie d’artistico, senza dubbio la specialità che ha avuto più forfait per ragioni puramente mediche. Se Evgenia Tarasova-Vladimir Morozov (“W.E.” di Abel Korzeniowski il loro short) hanno confermato il loro stato di forma iper positivo già fatto vedere alla Cranberry Cup con un miglioramento evidente negli elementi di salto in parallelo (complice la nuova collaborazione con Tutberidze) e una continuità realizzativa significativa, sono apparsi ancora macchinosi Aleksandra Boikova-Dmtri Kozlovskii, pattinatori che devono trovare ancora confidenza con “Il cigno nero“, ma è solo una questione di tempo. Solidissimi invece Anastasia Mishina-Aleksandr Galliamov con lo stesso short dello scorso anno, “Esmeralda“, ormai diventato un cult e arma concreta per vincere.

Risposte positive nel singolo maschile, con Alexander Samarin che sembra essersi definitivamente ripreso dal momento buio della sua carriera, ultimamente tormentata da più di un problema fisico. Sulle note di “Matrix” l’atleta ha infiocchettato una performance dall’alto contenuto tecnico, cominciata con la combinazione quadruplo lutz/triplo toeloop ben eseguita seppur con una rotazione sospetta, per poi andare con semplice triplo flip e con il triplo axel. Luci e ombre nel nuovo short di Mikhail Kolyada, a fortissima trazione olimpica (pattina sulle note di “Caruso“), impreziosito da una pattinata di alta qualità e da una buona coreografia anche se al momento evidenzia più di una perplessità nella collocazione dei salti che sembra non curarsi proprio della pagina musicale: non benissimo la sponda tecnica con un caduta nel quadruplo salchow, poi quadruplo toeloop/doppio toeloop e triplo axel

Prove pulite e incoraggianti poi sia da Makar Ignatov, il quale ha sciorinato prima un buon quadruplo rittberger e, successivamente, il quadruplo toeloop combinato con il doppio toeloop e il l’axel, che da Evgeni Semenenko, uno dei pochi ad aver proposto un layout di alto valore con quadruplo toeloop/triplo toeloop, quadruplo salchow e triplo axel. Con il freno a mano tirato invece Dmtri Aliev che, stando ai rumors, potrebbe saltare il Nebelhorn Trophy a seguito di un infortunio: il Campione Europeo in carica ha infatti sfoggiato una prova conservativa, con triplo lutz/triplo toeloop, quadruplo toeloop e doppio axel.

La giornata si è aperta con la rhythm dance della danza sul ghiaccio, in cui chiaramente a rubare l’occhio sono stati i Campioni del Mondo in carica Victoria Sinitsina-Nikita Katsalapov, abili ad affrontare un genere fuori dalla loro confort zone. Per regolamento infatti tutte le coppie nel primo segmento di gara in questa annata sportiva dovranno proporre due ritmi tratti dalla macro area della street dance ( hip hop, jazz, reggae, reggaeton, blues, funk, swing, krump, popping, disco) con il Midnight blues come pattern obbligato. I danzatori per l’occasione hanno scelto proprio un blues, la celeberrima “You Can Leave Your Hat On” di Joe Cocker, ben impressionando nella prima parte, sensuale e più fluida, e mostrandosi leggermente ancora contratti nel cambio di ritmo. La rhythm dance per i russi sarà particolarmente importante in ottica dello scontro diretto con Gabriella Papadakis-Guillame Cizeron, certamente più in confidenza con questo determinato tipi di musiche. Ma le cose saranno più chiare quando potremo esaminare anche la proposta dei Vice Campioni Olimpici. Ogni ipotesi, in tal senso, è aperta.

Foto: Valerio Origo

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