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Ciclismo su pista, Cordiano Dagnoni: “Un’emozione grande. Questa specialità non è solo watt, c’è anche il cuore”

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L’impresa del quartetto dell’inseguimento maschile è ancora viva nei nostri occhi. L’Izu Velodrome di Tokyo è stato teatro di una performance memorabile di Filippo Ganna, Simone Consonni, Jonathan Milan e Francesco Lamon. Rapito dal record del mondo e dalla finale conquistata ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 dal trenino azzurro anche Cordiano Dagnoni, presidente della Federciclismo italiana.

“E’ un’ emozione grande perché eravamo al limite, sul filo dei centesimi con i neozelandesi. Sono stati tutti bravissimi ma Ganna ha colpito per il numero finale che ha trainato il resto della squadra”, commenta a caldo Dagnoni.

I meriti di questo risultato sono da attribuire non solo ai ciclisti, ma ad un movimento che da anni lavora per raggiungere questo tipo di obiettivi: “Il risultato premia il lavoro di Villa che ha saputo creare un gruppo di lavoro coeso. Bravi anche Diego Bragato e Fabio Masotti, che non sono potuti essere qui per il limite di pass messi a disposizione per ogni disciplina Olimpica”, continua il Presidente.

Sul record del mondo e la prova del quartetto dichiara: “Il record è qualcosa di straordinario, che porta onore e lustro a tutta la Federazione. Il quartetto rappresenta la bontà di una scuola che viene da lontano. Questa specialità non è solo watt ma anche cuore. I ragazzi oggi ne hanno messo tanto in pista”.

Infine, ad una giornata dalla finale contro la fortissima Danimarca: “Una medaglia l’abbiamo già messa al collo e domani ci giochiamo l’oro con la serenità di chi sa di aver fatto tutto il necessario”, conclude Dagnoni.

Foto: FCI

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