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Atletica, Olimpiadi Tokyo: tanti record in pista, ma si parla solo di Marcell Jacobs…

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A quanto pare quest’Italia dell’atletica fa discutere. I successi in pista di Marcell Jacobs alle Olimpiadi di Tokyo, in particolare, alimentano discussioni e “indagini” sul suo conto. Qualche giorno fa un articolo del Washington Post esprimeva dei punti interrogativi nei confronti di un atleta “semisconosciuto” (Jacobs) che riuscisse a migliorare in maniera così evidente i suoi tempi in un contesto notoriamente poco affidabile per il doping.

A rincarare la dose poi ci ha pensato il Times che si è riferito a un’inchiesta dell’ex nutrizionista di Jacobs indagato per traffico di sostanze anabolizzanti. Un link, però, con le prestazioni di questi Giochi non c’è dal momento che il rapporto tra questa persona e Marcell si è interrotto da tempo proprio per quanto è emerso sul conto del professionista.

Eppure, si parla solo di Jacobs, ignorando che nel corso di queste Olimpiadi di Tokyo i miglioramenti sono stati diversi e considerevoli. Chi agisce con fare sospettoso e allusivo cosa dovrebbe pensare della medaglia d’oro dei 100 metri femminili Elaine Thompson-Herah oppure dei crono sensazionali della Finale maschile dei 400 ostacoli nel corso della quale Warholm, Benjamin, Dos Santos hanno stampato tempi mostruosi, con il norvegese capace di un 45″94 fantascientifico?

La lista è molto lunga e la situazione, più che spiegarla con la “formula magica del druido Panoramix”, andrebbe motivata con il fattore pista e le tecnologie usate nel complesso che hanno portato a questi risultati strabilianti. Strano però che degli atleti menzionati non si sospetti, come non si avanzino dubbi sul secondo e il terzo dei 100 metri alle spalle di Jacobs, ovvero Fred Kerley e Andre de Grasse, al personale anche loro.

Un focus quindi che non convince perché più che interessato a spiegare i miglioramenti di prestazione, vuol trovare qualcosa che non va in chi non ci si aspettava così forte. Ci si augura che Jacobs sappia dare conferma di ciò per mettere a tacere ogni allusione spiacevole.

Foto: LaPresse

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