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Wimbledon 2021: Matteo Berrettini a caccia di una storica semifinale con Federer all’orizzonte. Djokovic continua la caccia al tris

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C’è stato un solo italiano che, nella storia, è riuscito a raggiungere la semifinale a Wimbledon: Nicola Pietrangeli, 61 anni fa. E l’uomo che, per alcuni anni, regnò sulla terra rossa andò anche vicino a battere Rod Laver, trovandosi avanti nel quinto set. Può riuscire a prendersi questo traguardo Matteo Berrettini, che è già il secondo azzurro dopo Corrado Barazzutti in grado di raggiungere i quarti in due Slam di fila.

Per il romano lo scontro è quello con il canadese Felix Auger-Aliassime, già battuto nel 2019 a Stoccarda in finale. Per il classe 2000 i Championships potrebbero rappresentare davvero un punto di svolta, se non altro per com’è arrivata la vittoria su Alexander Zverev. La sfida con Berrettini promette spettacolo, anche se il campione del Queen’s rimane il favorito per come ha trovato la forma ideale partita dopo partita e, soprattutto, per come sta interpretando una stagione che sa tanto di consacrazione. L’ottima ATP Cup, la sfortuna agli Australian Open, il riscatto a Belgrado, la finale a Madrid, i quarti al Roland Garros e il suo secondo titolo su erba: tutti passi di una stagione in cui, finalmente, dopo lo stop di Melbourne non ha più avuto problemi fisici rilevanti. C’è il Court 1 per questa sfida, che può lanciare definitivamente il numero 1 d’Italia nella corsa alle Finals o può sbloccare definitivamente il canadese, che da tempo naviga nel limbo attorno alla ventesima posizione senza riuscire a schiodarsi di lì.

Il vincitore potrebbe sfidare Roger Federer: lo svizzero è atteso dal confronto con il polacco Hubert Hurkacz sapendo già di avere un vantaggio, dal momento che il polacco non ha avuto giorni di riposo a causa della decisione di far terminare il suo match, vinto in rimonta con il numero 2 del mondo Daniil Medvedev, ieri invece che lunedì anche con cambio di campo. Una decisione che ha fatto discutere, e che indubbiamente è di aiuto all’elvetico, ma che può rivelarsi un’arma a doppio taglio. Hurkacz, del resto, è in grado di mettere in difficoltà Federer, oggi ancor più che nell’unico confronto in Canada nel 2019. Lo svizzero, però, contro Lorenzo Sonego ha mostrato che i pezzi stanno tornando a posto: tante variazioni al servizio, soluzioni tattiche in enorme numero e capacità di girare lo scambio si sono rivisti in modo netto nell’ottavo con il torinese.

Nella metà alta di tabellone c’è Novak Djokovic, che dopo un torneo sostanzialmente immacolato sfida uno dei giocatori più sorprendenti (ma non troppo) finora, l’ungherese Marton Fucsovics (giustiziere di Jannik Sinner al primo turno così come Hurkacz lo era stato di Lorenzo Musetti). Due i precedenti, entrambi vinti dal numero 1 del mondo, che però non ha mai gradito particolarmente il fatto di dover affrontare il magiaro, che infatti gli ha strappato sempre un set, seppure in circostanze ben diverse l’una dall’altra (1° turno Slam, US Open 2018, e 2° turno a Doha nel 2019). Ciò premesso, rimane sempre quel favore del pronostico verso il serbo, che sta provando a raggiungere un doppio tris: a Wimbledon e negli Slam in questo anno.

Solo in semifinale della Coppa Davis così come intesa da chi ne ha voluto il cambiamento, invece, si sono confrontati Karen Khachanov e Denis Shapovalov. Il russo non era particolarmente atteso all’approdo ai quarti, mentre per il canadese l’opportunità è di quelle ghiotte. Lo si definisce spesso possibile avversario di Djokovic in termini seri, ed effettivamente le possibilità ci sono: sta giocando un ottimo tennis, è in fiducia, è già sfuggito alla trappola Kohlschreiber al primo turno e soprattutto può contare su più energie mentali. Per Khachanov, infatti, resta da vedere quanto c’è ancora in corpo dopo la battaglia con l’americano Sebastian Korda.

Ci sarà anche Simone Bolelli nella giornata: è stato rinviato a oggi il suo quarto di finale di doppio in coppia con l’abituale compagno, l’argentino Maximo Gonzalez: dall’altra parte della rete ci sono il sudafricano Raven Klaasen e il giapponese Ben McLachlan. E Wimbledon, va ricordato, è ormai l’ultimo evento in assoluto in cui il doppio si gioca al meglio dei 3 set su 5.

Foto: LaPresse

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