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Nuoto, Margherita Panziera: nuova sconfitta nella testa. Dopo i Mondiali, le Olimpiadi

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Ci risiamo e stavolta è molto peggio. Margherita Panziera è un talento purissimo del nuoto italiano: fisico, classe, grandissime capacità di impostare la gara e di gestirla. Basta prendere gli ultimi due Europei, qualche finale di Campionato Italiano o del Settecolli per capire le potenzialità di questa atleta che deve convivere da tempo con i fantasmi dell’ansia da prestazione quando il contesto assume una grande importanza. A Gwangju nel 2019 ai Mondiali chiuse al quarto posto la finale quando tutti la davano come medaglia sicura, oggi addirittura ha fallito l’appuntamento della finale nella gara in cui, tempi alla mano, aveva ampiamente le credenziali per andarsi a giocare il podio olimpico.

Basta poco, un episodio, un evento a farli tornare, quei fantasmi e scacciarli deve essere davvero difficile per la campionessa veneta che due titoli europei consecutivi li ha saputi conquistare dimostrando a tutti e soprattutto a se stessa che cosa era capace di fare. A Gwangju partiva fra le favorite e bastò un tempo monstre della ragazzina Regan Smith in batteria a inceppare il meccanismo e a toglierle la lucidità per andarsi a prendere quantomeno un bronzo, lei che vantava il miglior tempo stagionale.

Il pensiero torna sempre lì, a quelle lacrime, alla disperazione a bordo vasca ai Campionati Italiani qualche anno fa quando magari a un successo non veniva associato il risultato atteso per lei che, enfant prodige, aveva centrato la qualificazione per Rio 2021 e che si è sempre sentita una grande promessa del nuoto. Entrare nel merito di certe problematiche non è nè giusto nè rispettoso della persona prima che dell’atleta che è sempre molto critica con se stessa.

Si era rimproverata in modo anche veemente il mancato ingresso in finale nei 100 dorso, specialità in cui fa fatica a migliorarsi dal 2019 e di cui aveva conquistato un argento europeo a maggio nella controversa finale di Budapest disputata due volte. Appare intransigente con se stessa, a volte pure troppo: sarà questo il motivo di tanta emotività nei momenti che contano? Lo scoglio più duro sembrava superato con i successi continentali e invece già per due volte è venuta a mancare nel momento più importante.

L’ansia e la delusione giocano anche brutti scherzi e la speranza è che le dichiarazioni rilasciate da Margherita Panziera nel post gara siano frutto di quella delusione che ti annebbia la mente perchè venire nel 2021 a parlare di “lontananza per tre settimane da casa“, “cambiamento di cibo“, sostenere che gareggiare a Tokyo, di mattina “non è come gareggiare a Riccione al pomeriggio”, come se invece americani, asiatici o australiani , che stanno facendo incetta di medaglie, tornino a casa tutte le sere o siano abituati a mangiare riso, pesce crudo e alghe nella routine, è proprio quello che l’appassionato non vuole sentirsi dire dagli atleti, anche dopo una sconfitta.

Uscirne non sarà facile e, per quanto l’aiuto di mental coach e professionisti del settore sia importante, tanto dovrà partire proprio da Marcherita Panziera che si deve prima di tutto guardare attorno. Il mondo dello sport italiano è pieno di atleti che hanno faticato ad imporsi a livello internazionale ma a cui è bastata una goccia di olio al punto e al momento giusto per far funzionare quel complesso meccanismo che permette di ottenere grandi risultati nei momenti che contano. Non siamo di fronte ad una atleta a cui manca la mentalità vincente ma a cui manca qualcosa per essere competitiva quando non è la favorita numero uno, quando le avversarie sono del suo stesso livello o di poco superiore e l’impressione è che una via di uscita si possa trovare.

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