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Nuoto, Federica Pellegrini e il rapporto travagliato con le Olimpiadi. Londra 2012, Rio 2016 e i dubbi di Tokyo 2020

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Federica Pellegrini e il difficile rapporto con le Olimpiadi. Oggi la campionessa di Spinea ha rischiato grosso: 15° tempo delle batterie dei 200 stile libero nell’Aquatics Center di Tokyo stava portando a qualcosa di clamoroso. Un’eliminazione da parte della campionessa del mondo in carica avrebbe avuto davvero dei connotati drammatici, dal punto di vista squisitamente sportivo.

Per la veneta, però, non è una novità, nel senso che per un motivo o per l’altro ai Giochi qualcosa di negativo c’è sempre stato. Fin dagli esordio di Atene 2004, con quell’argento dal sapor di oro perso a vantaggio della rumena Camelia Potec, passando per Pechino (2008) dove il successo nelle quattro vasche è stato centrato, ma anche una brutta controprestazione nei 400 sl non si può dimenticare.

Una storia travagliata che ha previsto gli episodi di Londra e di Rio dove il podio è stato mancato con regolarità. Pertanto, se è vero che Federica a Europei e Mondiali ha scritto pagine storiche di cui pochissimi e pochissime si sono resi protagonisti, ai Giochi la storia è completamente diversa.

Da che dipende ciò? Di sicuro, nelle rassegne a Cinque Cerchi si raggiunge un livello di competitività molto elevato, diverso da qualunque altro evento, e da parte di Pellegrini le vigilie sono sempre stata all’insegna della grande tensione. Aspetto quest’ultimo che ha spesso frenato la veneta quando era il momento di incidere.

Oggi una heat tra dubbi e perplessità e lo spettro di un’eliminazione molto vicino. L’azzurra l’ha scampata e ha un’altra chance, ma il timore è che l’allergia olimpica della campionessa si evidenzi ancora una volta.

Foto: LaPresse

1 Commento

1 Commento

  1. Mettap

    26 Luglio 2021 at 20:58

    La Pellegrini ha avuto le sua occasioni olimpiche in passato, ma chiederle medaglie a 33 anni sarebbe ingiusto, nel nuoto sono tantissimi (non fa gare di velocita’). Nel 2012 face scelte tecniche scellerate, con continui cambi di allenatori dopo la morte di Castagnetti. Quella forse era la sua occasione (oltre a pechino e atene). Non avrebbe cmq vinto altri ori: la Schmitt a Londra fece un tempone. A Rio c’era la Ledecky in gran forma. Magari ha lasciato per strada un bronzo e un argento, ma niente di +. Ha cmq colto la sua vera occasione a Pechino

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