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IndyCar, due generazioni a confronto a 6 prove dalla fine

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Si sarebbe dovuta tenere questo fine settimana la competizione cittadina di Toronto, la prima ed unica trasferta non americana dell’IndyCar Series. Per il secondo anno consecutivo la serie rinuncia al round tra i muretti canadesi che anche nel 2020 non ospitarono il GP per il medesimo motivo.

Facciamo allora un passo indietro all’ultimo atto di Mid-Ohio, prova in cui non sono mancate le emozioni in quella che per ora è senza dubbio una delle più incerte stagioni degli ultimi anni. Continua dopo Lexington il duello tra generazioni con dei giovani di primo profilo che incalzano gli esperti del gruppo con ancora sei competizioni tutte da vivere.

Al comando della graduatoria generale c’è lo spagnolo Alex Palou (Ganassi #10) uno dei due piloti che per ora sono entrati nella victory lane per più di una volta. Il messicano Pato O’Ward (McLaren #5) è l’altro protagonista che è riuscito a firmare due successi in questa incredibile stagione in cui, spicca un solo successo per il Team Penske.

La squadra del ‘Capitano’ ha spezzato il proprio digiuno di affermazioni settimana scorsa in occasione della tappa di Mid-Ohio. L’americano Josef Newgarden #2 è pronto a confermarsi in un campionato che fino ad ora ha visto l’assenza di due grandi protagonisti come l’australiano Will Power #12 ed il francese Simon Pagenaud #22.

Il neozelandese Scott Dixon (Ganassi #9), lo svedese Marcus Ericsson (Ganassi #8), l’americano Colton Herta (Andretti #26) e l’olandese Rinus Veekay (Ed Carpenter #21) sono gli altri quattro piloti che hanno vinto almeno una volta in questa stagione. Con ancora sei competizioni a disposizione sono tutti ancora in lizza per il titolo che molto probabilmente si deciderà nella prestigiosa location di Long Beach (California).

Occhi puntati nei prossimi appuntamenti su alcuni volti che devono rifarsi dopo un mediocre inizio campionato. Oltre ai già citati alfieri di Penske è doveroso citare il californiano Alexander Rossi (Andretti #27) e lo statunitense Ryan Hunter Reay (Andretti #28), due piloti che possiamo considerare esperti in difficoltà da forse troppo tempo.

Dopo 10 competizioni è doveroso evidenziare le ottime prestazioni di Roman Grosjean. L’ex pilota di F1 ha dato spettacolo ed è riuscito a sfiorare il successo nello stradale di Indianapolis, circuito in cui ottenne anche la prima pole-position in carriera. Il #52 di Coyne cercherà di confermarsi da qui a Long Beach (California) in quella che è un’importante rivincita per la sua carriera. Ad agosto ci sarà per lui la prima prova su ovale, un test importante che gli permetterebbe di ‘pareggiare’ i conti con il resto del gruppo.

Il transalpino è uno dei migliori tra gli esordienti. Non potrà però contendersi il titolo tra i rookie vista l’assenza nei tre ovali incontrati fino ad ora, competizioni in cui era regolarmente iscritto il neozelandese Scott McLaughlin (Penske #3).

Quest’ultimo continua il suo apprendimento nella categoria dopo aver gareggiato e vinto per anni in Australia nel Supercars Championship. Il tre volte campione della principale realtà australiana riservata alle stock car ha tempo per crescere, una scommessa che Roger Penske vuol vincere.

Appuntamento l’8 di agosto per un’inedita manifestazione tra i muretti di Nashville, una corsa tutta da vivere nella città della musica che lo scorso giugno ha accolto per la prima volta anche la NASCAR Cup Series.

Foto: LaPresse

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