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Ginnastica, Olimpiadi Tokyo: la regola dei passaporti miete vittime illustri. Perché esiste? Listunova e Skinner eliminate!

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Perché esiste un regolamento che impedisce ad alcune ginnaste più meritevoli di altre di disputare una finale internazionale? La famigerata regola dei passaporti miete vittime di lusso a ogni occasioni e la sua scure si è abbattuta imperterrita anche sulle Olimpiadi di Tokyo 2021. Il diktat è presto detto: a un atto conclusivo possono accedere massimo due atlete provenienti dallo stesso Paese. Si tratta di un retaggio degli anni ’70, quando l’Unione Sovietica era così dominante che si decise di concedere spazio ad altre atlete attraverso questo stratagemma. Ma nel 2021 non se ne capisce più il senso: se una ragazza è più forte di un’altra deve passare il turno e giocarsi le medaglie, in barba alla bandiera che figura sul proprio documento.

Ci chiediamo, e la risposta è scontata: ha senso che la russa Viktoriia Listunova, Campionessa d’Europa all-around e oggi sesta sul giro completo, non possa disputare la finale del concorso generale individuale perché le connazionali Angelina Melnikova e Vladislava Urazova hanno fatto meglio di lei di un soffio (57.132 contro 57.099 e 56.932)? Sono tagliate anche le statunitensi Jade Carey (nona) e MyKayla Skinner (undicesima). Ne risente anche lo spettacolo perché si perde delle candidate alle medaglie per un cavillo che nulla ha a che fare col merito sportivo.

Al volteggio resta fuori la statunitense MyKayla Skinner, che era quarta in scia a Biles, Carey, Andrade. Alle parallele restano a guardare Urazova e ancora Listunova nonostante dei superlativi 14.866 e 14.766 (quinto e sesto posto), salta anche la cinese Yufei Lu alla trave (quinta). Tra l’altro questa regola, strutturata in questo modo, esiste soltanto nella ginnastica, quantomeno ai Giochi.

Foto: Lapresse

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