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Calcio, Europei U21: Italia orgogliosa, ma un’altra eliminazione. 17 anni dall’ultimo successo e poca qualità

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Era il 2004 quando la Nazionale italiana di calcio U21 centrava l’obiettivo: vincere il titolo continentale e confermarsi sulla vetta del Vecchio Continente. Anni di successi firmati dalla gestione di Cesare Maldini e confermati da quella vittoria in Germania con Claudio Gentile in panchina. Germania che poi due anni dopo fu teatro della vittoria mondiale assoluta, la quarta gemma della storia della Nazionale.

Sembra passato un secolo perché ancora una volta ci si trova a parlare all’indomani di una sconfitta. La selezione di Paolo Nicolato non ce l’ha fatta: i quarti di finale della rassegna continentale di categoria sono stati fatali e nei tempi supplementari è arrivato un successo per 5-3 del Portogallo contro gli azzurrini in inferiorità numerica per l’espulsione di Matteo Lovato nella fase decisiva.

Orgoglio, carattere e voglia di gettare il cuore oltre l’ostacolo non sono mancati e vanno rimarcati. Tuttavia, il cuore e lo spirito di sacrificio non bastano se poi vengono a mancare le qualità. Gli errori commessi ieri dai calciatori italiani, in difesa e in attacco, evidenziano come il numero di giocatori valenti non sia elevato.

E’ vero, la Nazionale di Roberto Mancini dei calciatori interessanti non veterani ne ha tra le sue fila, segno che non siamo in presenza di un disastro. Tuttavia, si ha sempre la sensazione che l’Italia si trovi in queste competizioni non più a poter recitare il ruolo della primattrice, ma a sperare che gli altri facciano qualcosa in meno perché sulla carta più avanti sotto il profilo tecnico.

Oggettivamente, il Portogallo U21 è una squadra superiore e soprattutto in mezzo al campo nei primi 20′ di gioco ha fatto capire poco alla selezione di Nicolato. Una logica conseguenza di una differenza di valori individuali notevole e di esperienza, visto che i giovani portoghesi hanno sicuramente più minuti nelle gambe di match ad alto livello di quelli nostrani.

Sono dunque tante le riflessioni che si possono fare: scarsa valorizzazione del vivaio; lavoro non efficiente a livello giovanile; tempi di maturazione diversi e più lenti in Italia. Aspetti tutti interessanti, ma appare evidente che ci sia la necessità di ricreare un circolo virtuoso nel movimento “pallonaro” tale per cui i calciatori tecnicamente preparati non siano merce rara.

Foto: LaPresse

2 Commenti

1 Commento

  1. Gabriele Dente

    1 Giugno 2021 at 15:29

    Una volta a livello tecnico i giocatori azzurri erano i migliori d’Europa. Ora non è raro trovare anche una nazionale di tradizioni modeste con un tasso tecnico superiore (non è il caso del Portogallo ma spesso è così). A me appare chiaro che col tempo, continuando su questa strada, prima o poi faremo fatica a qualificarci non solo ai campionati del mondo ma persino ai campionati europei. Il che è molto triste per una nazionale col nostro palmarès e con la nostra tradizione.

    • Gabriele Dente

      1 Giugno 2021 at 15:30

      Intendevo dire che la modestia non è il caso del Portogallo

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