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Masters1000 Montecarlo, Jannik Sinner non sfigura, ma Novak Djokovic è ancora superiore

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Era pronosticabile il ko, ed arriva in maniera anche meritata per Jannik Sinner, non per suoi demeriti, ma per meriti di un suo certo avversario. L’azzurro di Sesto Pusteria esce sconfitto con il numero 1 al mondo Novak Djokovic per 6-4 6-2 in un’ora e trentaquattro minuti, mettendo il serbo in difficoltà in alcuni tratti di match soprattutto nella prima frazione. A lungo andare però il vincitore di Montecarlo per sette volte in carriera prende confidenza con il ritmo partita e aumenta la potenza degli scambi, mettendo in difficoltà il giovane avversario che si mette in tasca una sconfitta che potrà insegnargli qualcosa. E che gli regala anche una vera e propria investitura da parte del serbo, dicendo ai microfoni del torneo di aver giocato ‘con il futuro, forse già il presente di questo sport‘.

Jannik sa di dover spingere per poter piegare le resistenze del numero 1 al mondo. Che in avvio ha un po’ di ruggine da togliersi: un paio di errorini di misura danno spinta all’azzurro, che rispondendo in maniera profonda è il primo a raccogliere il break. Dopo un po’ di riscaldamento, Djokovic capisce come mettere in difficoltà il giovane di Sesto, allungando il più possibile gli scambi e costringendolo a colpi parecchio complicati. Il piano riesce, con Sinner che nel forzare il vincente compie qualche errore da fondo, aggiungete anche l’enorme talento del serbo a tramutare lo scambio in suo favore con tremende accelerazioni e il primo set sembra chiuso sul 5-3 30-0 Djokovic. Ma all’improvviso il set si riapre: Sinner non si arrende e arriva su ogni palla, il numero 1 al mondo non trova la misura del dritto e Jannik strappa il break del 5-4 arrivando su una volée un po’ troppo lunga dell’avversario. Tutto in gioco? No, perché Djokovic, dopo il momento di vuoto, torna a martellare con la risposta, come fatto in ogni occasione; il nastro salva l’azzurro sul primo set point, ma ne concede un secondo un minuto dopo e Novak azzanna la preda, prendendosi il primo set in 54 minuti.

Gli scambi sono duri, entrambi i contendenti sono consci della forza dell’avversario, rispettandosi l’un l’altro, se è plausibile per Sinner verso l’altro, sorprende, ma nemmeno troppo, come Djokovic invece sappia di dover dar fondo alle proprie energie per portarsi a casa il risultato. E alla prima occasione si prende subito il break, sfruttando le sue dote innate in risposta: nel terzo gioco spinge enormemente, con un braccio di ferro di alto livello che vede vincitore il serbo, com’è giusto che sia. Ma il numero 1 del mondo è visivamente più performante a livello fisico, quando accelera e gioca ai suoi ritmi è ancora poco sostenibile per il giovane azzurro, che più di una volta si piega al termine di uno scambio per la stanchezza anche a causa delle moltitudine di palle corte giocate (14 vincenti su 18 totali), però appena Djokovic abbassa un minimo il livello di guardia Jannik è capace di alcuni colpi che ricordano proprio il giocatore che ha di fronte. L’azzurro avrebbe anche una chance per riprendere per i capelli il set, ma una risposta lunga sul 30-40 del settimo gioco lo condiziona nei due scambi successivi. Sinner non si rassegna, salva due match point ma a condannarlo definitivamente è un doppio fallo.

I numeri spiegano in buona parte il ko di Sinner, che ha collezionato soltanto 17 vincenti al netto dei 28 errori gratuiti commessi durante la partita. A condizionarlo ancor di più sono i pochi scambi vincenti con il servizio, con cui perde complessivamente un punto su due (36/73 in totale): fattore da tenere in conto con le doti della risposta del serbo, da sempre una delle sue più grandi qualità. E aver giocato contro il tennista a cui lo associano spesso vedendolo da vicino, può essere parecchio utile per la sua crescita.

Foto: LaPresse

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