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Formula 1

F1, Sergio Perez: “L’anno in McLaren mi ha cambiato, contava più la politica che la pista, ora sono un pilota migliore”

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Dopo un 2020 di altissimo livello, coronato anche dalla vittoria nel Gran Premio di Sakhir e, l’approdo in Red Bull a fine stagione, Sergio Perez sa di giocarsi moltissimo in questa nuova annata. Il primo appuntamento stagionale, sulla stessa pista del Bahrain, lo ha visto chiudere con una grandissima rimonta fino al quinto posto, anche se tra qualifiche e partenza, i problemi non sono mancati per il pilota nato a Guadalajara.

Il messicano spiega come ora, giunto all’età di 31 anni, si senta un protagonista della Formula Uno migliore rispetto a qualche tempo fa: “Penso di essere un pilota più completo ora – le sue parole riportate da Speedweek –  Ho vissuto una carriera importante con tappe che mi hanno segnato e permesso di crescere sotto ogni punto di vista. Tra queste non posso non citare la McLaren…”.

Un solo anno a Woking, il 2013, del quale Sergio Perez svela diversi retroscena importanti. “Non andavamo bene. Dopo tanti anni con ottimi risultati la vettura non ci ha permesso di raggiungere nemmeno un podio. Io e Jenson ci sfidavamo in pista ad armi pari e capitava spesso che stessi davanti io, ma non era sufficiente. All’interno del team c’era molta politica coinvolta, perché quando si trattava di guidare le cose non sono andate troppo male. Ero piuttosto inesperto e guidavo al fianco un grande pilota, e fondamentalmente ero ospite nella sua squadra, dato che era un campione del mondo”.

Il messicano prosegue nel suo racconto: “Jenson l’ho battuto sia in qualifica che in gara e pensavo di avere messo in chiaro che, anche se ero più giovane, ero un pilota di spessore e sul quale potevano puntare. Non è andata così, hanno scelto diversamente e penso di avere imparato quella lezione. C’erano altre cose rispetto alla pista. Ormai non ci penso più e sono un pilota migliore, e voglio dimostrarlo nuovamente in questo 2021 con la Red Bull”.

Foto: Lapresse

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