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Motomondiale, poca Italia in Moto3. Sará la Moto2 l’unica carta per provare a vincere un Mondiale?

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Negli ultimi 4 anni l’Italia ha sempre portato a casa almeno un titolo tra Moto2 e Moto3. Che questo 2021 possa essere la prima edizione che la nostra pattuglia possa ammainare la bandiera bianca o, per meglio dire, tricolore? Sia ben chiaro, abbiamo assistito solamente al primo di venti appuntamenti, il Gran Premio del Qatar, ma la gara di Losail (la prima delle due, dato che domenica si correrà sullo stesso tracciato il Gran Premio di Doha) ha lanciato alcuni segnali inequivocabili. Specialmente per quanto riguarda la classe più leggera. Ma, come sempre, proviamo ad andare con ordine.

Proviamo a fare un quadro generale per analizzare meglio la situazione. Da quando, nel 2012, è stata creata la Moto3, l’Italia ha portato a casa un solo titolo, nel 2019 con Lorenzo Dalla Porta. Prima e dopo, invece, stagioni a bocca asciutta. Anche i presupposti per questo 2021, oggettivamente, non sono troppo incoraggianti. Al via abbiamo solamente sei rappresentanti che, non tutti, partono con sogni di gloria.

Tra le altre cose, due di quelli che possono fare meglio, Dennis Foggia e Andrea Migno, nella prima gara della stagione non hanno potuto che percorrere pochi chilometri, fino ad essere messi fuori causa da incidenti sfortunati. Un pilota che ha assolutamente bisogno di una rivincita personale è Niccolò Antonelli che, dopo l’esperienza con il team SIC58 prova a rilanciarsi in Avintia Esponsorama ed il sesto posto di domenica potrebbe confermarlo. Per il romagnolo, però, sarà fondamentale migliorare a livello di continuità per giocarsi le proprie carte. Romano Fenati, undicesimo all’esordio, deve nuovamente fare autocritica per errori assortiti che l’hanno costretto ad un doppio Long Lap Penalty che lo ha estromesso dalla lotta, mentre Riccardo Rossi e Stefano Nepa del team BOE proveranno qualche guizzo qua e là. Il quadro, come si vede, non ci permette di cullare sogni di gloria particolari, contro avversari agguerriti con la pattuglia spagnola pronta a vincere ancora (soprattutto con Jaume Masià) sfidando Darryn Binder, Gabriel Rodrigo ed i nipponici.

L’Italia, quindi, pone tutte le sue “fiches” in stile casinò, sulla Moto2? La categoria più tricolore degli ultimi anni. Nel 2017 è arrivato il titolo di Franco Morbidelli, nel 2018 quello di Francesco “Pecco” Bagnaia, quindi l’ultima edizione è stata vinta da Enea Bastianini. Anche questa volta partiamo con potenzialità importanti. Si sa che il grande favorito (e lo si è visto anche a Losail 1) è Sam Lowes, ma gli azzurri ci sono, eccome. Su tutti, ovviamente, Marco Bezzecchi. Dopo un 2020 già di livello, il riminese è pronto a puntare al bersaglio grosso, ma non va sottovalutato nemmeno Fabio Di Giannantonio, subito a podio all’esordio e smanioso di completare una annata finalmente senza rimpianti.

Sono queste le nostre due frecce all’arco più importanti, valutando che Tony Arbolino e Celestino Vietti sono rookie molto interessanti, ma hanno bisogno di fare il loro percorso di crescita senza fretta. Un pilota che si gioca molto quest’anno è senza dubbio Nicolò Bulega. Dopo il 22° ed ultimo posto di domenica, e poche soddisfazioni negli ultimi anni, vuole intervertire una china sempre più negativa. Da Stefano Manzi e Yari Montella non possiamo attenderci vittorie o podi, mentre da Lorenzo Dalla Porta, al secondo anno in Moto2, vogliamo assistere ad un crescita che lo metta in condizione di battagliare per le posizioni che contano, come tutti ci aspettavamo. Ultimo capitolo per Lorenzo Baldassarri. Fino a due anni fa il marchigiano sembrava pronto a vincere il titolo a suon di vittorie. Da quel momento ha imboccato un tunnel fatto di risultati scadenti e cadute dal quale non sembra in grado di uscire.

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Credit; MotoGP.com Press

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