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Golf: Dustin Johnson, il (nuovo) no alle Olimpiadi e cosa cambia l’assenza del numero 1 del mondo

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L’aveva già detto nel caso di Tokyo 2020 e lo ha ripetuto ancora, a metà marzo, nel momento in cui tutta la macchina olimpica è stata spostata di 365 giorni: Dustin Johnson, il numero 1 del mondo, ai Giochi Olimpici non ci andrà. Rischia di ripresentarsi un problema che si era già potuto toccare con mano a Rio, nel 2016, con molti big tenuti lontani, nelle motivazioni, da quel virus Zika che aveva spaventato tanti nei dodici mesi precedenti.

Il problema, in quest’occasione, è diverso, ed è proprio lo stesso DJ che lo ha messo a fuoco: l’estrema complessità del calendario internazionale, con particolare riferimento sia ai Major che al PGA Tour. In particolare, l’inizio del torneo olimpico è posizionato per il 29 luglio, soltanto 11 giorni dopo la fine dell’Open Championship. Un’edizione, peraltro, che sarà storica: non solo nessuno vuole mancarlo mai, ma nel 2020 è stato cancellato, il che crea un motivo in più per disputarlo. In più, la settimana dopo c’è il WGC-St. Jude Invitational. Il protagonista della vicenda afferma che se ci fosse stato più spazio tra gli eventi nel calendario, allora avrebbe fatto un pensiero circa l’andare a Tokyo.

Il gioco è presto fatto: si rischia davvero di trovarsi di fronte a una situazione in cui non solo Dustin Johnson, ma anche diversi altri big potrebbero sacrificare la manifestazione a cinque cerchi, che in quanto a vita nel circuito golfistico è ancora molto giovane. Resta da capire se i prossimi mesi confermeranno questa tendenza. Nel 2016, a rinunciare temendo Zika furono in molti: oltre allo stesso DJ e a Jordan Spieth in quota USA, non andarono a Rio tutti i big australiani, da Jason Day in giù, così come nemmeno Rory McIlroy (a proposito, ha dichiarato che la sua bandiera olimpica sarà quella dell’Irlanda in quanto tale; nel circuito gioca per l’Irlanda del Nord così come Graeme McDowell) e, per l’Italia, Francesco Molinari.

In merito alla situazione degli Stati Uniti, al momento ci sono solo quattro non americani tra i primi 15 dell’OWGR. Questo significa che gli americani sono gli unici a poter schierare quattro giocatori, mentre fuori dai primi 15 il massimo è di due per Paese, contando un field di 60, tanto tra gli uomini quanto tra le donne. Restando sul settore maschile, a oggi i qualificati sarebbero Justin Thomas, Collin Morikawa, Bryson DeChambeau e Xander Schauffele. Con ancora tre mesi di golf abbondanti a disposizione, però, è fin troppo evidente che la situazione potrebbe cambiare. Considerato l’altissimo numero di USA nella classifica mondiale, si apre una valanga di situazioni per le quali diversi Paesi possono ambire a due posti.

Tra questi c’è l’Italia, con Francesco Molinari che, dovesse continuare a mantenere il ritmo preso in questo inizio di 2021, avrebbe gioco molto facile nel disputare la rassegna a cinque cerchi. Il secondo posto olimpico azzurro è più lottato, con Renato Paratore, Guido Migliozzi e Francesco Laporta che attualmente se lo giocano. Il tutto nell’attesa di verificare come rientrerà Andrea Pavan, recentemente davvero molto sfortunato e precipitato oltre la trecentesima posizione.

Foto: LaPresse

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