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Prada Cup, Luna Rossa irrisa dalla spocchia britannica. Ma non sempre vince il più ricco…

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Che Luna Rossa sia osteggiata dalle rivali anglosassoni non è più un mistero. Dall’inizio della Prada Cup si stanno abbattendo delle autentiche bordate verbali nei confronti del Team Prada Pirelli. Tutto ebbe inizio ancor prima della competizione, con il ricorso presentato dalla compagine di Patrizio Bertelli per impugnare la decisione che vietava di nascondere le cosiddette volanti durante una regata. I Defender di Team New Zealand definirono “false” le argomentazioni dei legali italiani, gli statunitensi di American Magic persino “futili“.

Poi ecco iniziare il round robin di Prada Cup e subito materializzarsi un nuovo ricorso da parte di Luna Rossa, peraltro vinto: Ineos UK aveva utilizzato infatti un outhaul irregolare, venendo sanzionata con un warning ed una multa di 5000 dollari. Tale ammonizione mette i britannici nella condizione di non poter più sgarrare: qualora venisse ravvisata una nuova irregolarità, scatterebbe immediata la squalifica.

All’epoca il timoniere Ben Ainslie aveva ritenuto “rozzo” il comportamento di Luna Rossa. E, francamente, viene da chiedersi perché: forse i britannici preferivano poter competere oltre i confini regolamentari? Successivamente Ineos UK ha chiesto alla giuria di cancellare il warning in vista della Finale di Prada Cup. Sarebbe servito in proposito anche l’assenso del Team Prada Pirelli, che chiaramente non è arrivato. Puntuale dunque si è fatto sentire nuovamente Ben Ainslie: “Da loro non mi aspettavo niente di diverso“.

Come se non bastasse, negli ultimi due giorni la stampa britannica si è divertita a sminuire a più riprese la flotta del Bel Paese, a tratti persino ridicolizzandola. Le frasi di Magnus Wheatley non lasciano spazio alla diplomazia: “Luna Rossa sarà tormentata da questo suo modo di agire. Ben Ainslie gli aveva offerto un ramoscello di ulivo per la pace e non l’hanno accolto. Sono sicuro che torneranno a casa in lacrime“. Peraltro il giornalista ha anche candidamente dichiarato che l’imbarcazione italiana non è all’altezza della Coppa America!

Dulcis in fundo, l’intervista di Peter de Savary al The Times. L’armatore di Victory, che sconfisse in semifinale Azzurra nell’edizione del 1983, si è detto convinto che Ineos UK vincerà l’America’s Cup, a tal punto che sarebbe disposto a giocarsi parecchi soldi. Il milionario sostiene che non vi sarà partita: troppo grande il vantaggio di un team ricchissimo e con al timone il marinaio migliore in assoluto, nonché pluricampione olimpico. De Savary non ha neppure menzionato Luna Rossa, ad ennesima riprova che Oltremanica la Finale di Prada Cup viene considerata una pura e semplice formalità.

E’ vero che Britannia ha vinto le tre regate disputate contro Luna Rossa nel corso del round robin, ma sempre al termine di match race entusiasmanti e con continui capovolgimenti. Peraltro il Team Prada Pirelli ha palesato dei miglioramenti importanti nel corso delle semifinali con Patriot, spiccando in particolare per la qualità delle manovre, senza dimenticare il notevole passo avanti anche in condizioni di vento sostenuto.

Sottovalutare Luna Rossa potrebbe rivelarsi un grave autogol. La storia dello sport insegna: non sempre vince il più ricco, anzi. La compagine italiana avrà forse un budget inferiore di oltre la metà rispetto agli inglesi (si parla di 60-70 milioni contro 150!), ma può contare su una barca performante ed un equipaggio solido, coeso e senza punti deboli, peraltro con due timonieri formidabili come James Spithill (vincitore di due America’s Cup) e Francesco Bruni. E forse le continue frecciatine dall’Inghilterra sortiranno l’effetto di caricare ulteriormente una flotta consapevole di poter compiere l’impresa e mettere a tacere con i fatti l’inaccettabile spocchia britannica.

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Foto: Luna Rossa Press

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