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Australian Open 2021, Novak Djokovic suona la nona sinfonia a Melbourne e la sua sfida contro il tempo continua

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9 i successi negli Australian Open, 18 i Major nel palmares, 21 le partite di fila vinte a Melbourne, 82 i titoli nel circuito ATP in bacheca e il prossimo 8 marzo saranno 311 settimane da n.1 indiscusso, superando Roger Federer. Sono questi i dati che hanno a che fare con Novak Djokovic. A Melbourne, il campione serbo ha detto chiaramente che la nuova generazione di tennisti non è ancora pronta per la successione e lui di passare il testimone non ne ha alcuna intenzione.

Di fatto, il dominio dei tre “titani” (Djokovic, Nadal e Federer) persiste, rappresentato dai 58 Slam vinti in tre e dal fatto che dalla prima vittoria di Rafa al Roland Garros nel 2005 a Parigi i cosiddetti “Fab-3” abbiano vinto 54 Major sui 63 a disposizione, ovvero l’85.7%. Un dato spaventoso. Le statistiche sono dunque dalla parte di chi continua a fare la storia di questo sport e l’atto conclusivo nella terra dei canguri è stato, per l’appunto, la conferma dello status quo.

Come è possibile ciò? Gli aspetti sono due: la voglia di migliorare di chi ha ancora tanto da dare a questo sport e l’inadeguatezza mentale della concorrenza. Basti pensare a un Nole che arriva alla Finale di Melbourne con 100 ace all’attivo, cosa che non si era mai vista, segno che qualcosa si è fatto per essere ulteriormente competitivo Il modo, poi, in cui ha smantellato tecnicamente e mentalmente Daniil Medvedev è stato impressionante, tenuto conto che il russo veniva da 20 successi consecutivi nei singoli match e non conosceva sconfitta dal torneo di Vienna del 2020. La differenza è stata imbarazzante nell’interpretazione dei punti e nella continuità di rendimento nel medesimo incontro.

In sostanza, è arrivata una bella bocciatura per la nouvelle vague e l’impressione è che sia solo il tempo l’elemento imbattibile per coloro i quali, prima o dopo, dovranno arrendersi a questa evidenza.

Foto: LaPresse

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