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Ciclismo

Androni fuori dal Giro, Gianni Savio: “Infamia sportiva. Perché la Vini Zabù? Sistema vergognoso”

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Giornata decisamente amara per l’Androni Giocattoli-Sidermec, che si è vista sbattere la porta in faccia dal suo amato Giro d’Italia, con la negazione della wild-card per l’edizione 2021 della Corsa Rosa. Gli inviti sono finiti ad altre tre squadre italiane: la neonata Eolo-Kometa, la Bardiani-CSF-Faizanè e la Vini Zabù.

Nulla da fare dunque per i ragazzi dello scopritore di talenti per eccellenza Gianni Savio, che in queste ore sta cercando di mandare giù una sconfitta bruciante come unica squadra azzurra esclusa dal Giro, nonostante una Corsa Rosa 2020 di alto profilo. Di fatti, in questa occasione, l’Androni si è portata via il premio della classifica dei traguardi volanti con Simon Pellaud e quella delle fughe con Mattia Bais, rendendosi protagonista dall’inizio alla fine, da Monreale a Milano. Va poi precisato che lo scorso anno l’Androni è stata la migliore squadra ProSeries in Coppa Italia per il quarto anno consecutivo, nonché la prima formazione azzurra nella classifica UCI. Risultati che però non hanno prevalso sulla decisione di RCS.

“È una vera infamia sportiva”, ha dichiarato Savio ad OA Sport, aggiungendo molto, ma molto altro ancora: “Il motivo per cui definisco questa decisione come una ‘vergogna sportiva’ riguarda dei numeri oggettivamente validi. Negli ultimi quattro anni siamo risultati la miglior squadra Professional italiana nel ranking mondiale UCI e medesimo discorso per quanto riguarda la Ciclismo Cup, secondi solo alla UAE Team Emirates, una formazione World Tour. Inoltre, proprio lo scorso anno, siamo saliti sul podio del Giro per le premiazioni di Pellaud e Bais. Aggiungiamo poi che due anni fa abbiamo vinto una tappa con Fausto Masnada e che noi abbiamo un vero progetto, visto che negli ultimi anni abbiamo lanciato nel World Tour lo stesso Masnada, Davide Ballerini, Mattia Cattaneo, Andrea Vendrame, Ivan Sosa e un certo Egan Bernal. In tanti parlano di progetti, ma noi parliamo di dati concreti”.

A questo punto Savio è andato ancora più a fondo della questione: “Se avessero invitato la Eolo-Kometa, la Bardiani-CSF-Faizanè, con l’Arkéa Samsic, noi non avremmo detto nulla, ne avremmo preso atto. La Eolo è una potenza di livello mondiale, entrata legittimamente nel ciclismo come sponsor delle corse di RCS, la Bardiani ha una storicità superiore alla nostra e poi ha condotto un’ottima campagna acquisti con Giovanni Visconti ed Enrico Battaglin”. E qui è arrivata una frecciatina diretta alla terza formazione Professional italiana invitata al Giro, la Vini Zabù: Ha perso i migliori corridori perchè non li ha più confermati, è sempre risultata inferiore a noi sia nel ranking mondiale UCI che nella Ciclismo Cup, non ha lanciato nessun giovane, non ha un progetto riservato a questi ultimi… . Qualcosa non torna. In questo caso non possiamo sottrarci dal dire nulla”.

Il general manager dell’Androni si è anche soffermato sul caso della positività di Matteo Spreafico in occasione dell’ultimo Giro; corridore rimasto alla corte di Savio sino a qualche settimana prima della Corsa Rosa e passato successivamente in Vini Zabù: “Con lui avevamo rescisso il contratto prima del Giro e non entro nel merito di questa nostra decisione. Poi loro l’hanno preso immediatamente ed è risultato positivo durante la corsa. Quindi capisci che, anche sotto il profilo etico, è inutile questo tipo di ipocrisia, questo sistema che non tiene conto di valori sportivi, etici e morali”.

Savio non si spinge oltre in merito a possibili insinuazioni su qualche tipo di scelta politica o altro: “Non lo so. Non ho elementi per conoscere quali siano stati i motivi. Certo è che una scelta dovrebbe basarsi su criteri sportivi, perchè di questo stiamo parlando. Non siamo in un’azienda commerciale o in una finanziaria. Siamo nello sport. Il termine giusto è: infamia sportiva”.

Passando ai possibili risvolti economici legati alla squadra, in particolare modo ad Androni, da sempre fedelissima al Giro d’Italia, Savio ha dichiarato: “Attualmente non ce ne sono. Precauzionalmente, noi e gli sponsor, avevamo impostato dei contratti con e senza Giro d’Italia. Anche perchè ci siamo ritrovati di fronte alla nuova e ingiusta riforma dell’UCI, che ha portato da quattro a due le wild card. E questo è ridicolo. Ma proprio in funzione di questa normativa abbiamo siglato dei contratti che prevedevano una base, più una possibile partecipazione al Giro”.

E quale sarà il futuro della squadra? “Non lo so nemmeno io – ha aggiunto Savio, mosso da una delusione veramente pesante – Se devo convivere in un sistema ingiusto che opera delle scelte vergognose, beh, non so se mi va di continuare. Lo valuterò. Non sto dicendo che lascerò il ciclismo, ma non sto neanche dicendo che continuerò. Io ho la combattività nel mio DNA, ma non voglio essere il Don Chisciotte di turno che lotta contro i mulini a vento. Se questo sistema ha come base decisioni vergognose, non so se continuerò ad essere interessato a rimanerci. C’è qualcosa che non va. Io mi considero uno degli ultimi romantici. Purtroppo il Dio denaro ha fagocitato quasi tutto”.

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Foto: Lapresse

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