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Formula 1

F1, Claire Williams: “Sono stata attaccata perché donna, quando lavoravo nel Circus”

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Qualche sassolino ha voluto toglierselo Claire Williams. La figlia del grande Frank che aveva ereditato la gestione sportiva del celebre team di Grove ha annunciato l’anno passato di lasciare la gestione della scuderia dopo aver concretizzato la procedura di vendita a Dorilton Capital, che ne ha assunto il controllo, senza però mutare la denominazione della squadra che sarà la medesima anche in questo 2021.

Ecco che Claire ha voluto sottolineare alcuni aspetti, dopo le tante critiche avute circa il suo lavoro in F1: “Molti dimenticano che quando ho ereditato la Williams veniva da due noni e un ottavo posto. In nove mesi sono riuscita a portarla sul podio e ci siamo ripetuti nel 2015. Dopodiché, abbiamo ottenuto due quinte posizioni. Non sono risultati malvagi per una squadra che aveva meno risorse umane e molti meno soldi dei competitors“, le sue parole, aggiungendo: “La gente mi ha preso di mira, da un certo punto di vista anche giustamente, perché ero la leader di quel team. Per il mio operato ho ricevuto parecchie critiche, anche molti insulti sui social. Ma non me ne sono mai curata, dovevo concentrarmi sul team e portarlo avanti. Penso che se avessi avuto più tempo e risorse economiche ci sarei riuscita. Ma nel 2020 è arrivata la pandemia e abbiamo perso il nostro title sponsor. Diverse volte dicevano che ‘La Williams va male perché è guidata da una donna‘. Oppure ‘È lì solo perché è la figlia di Frank‘. Potete accusarmi di ciò che volete, non attacca. Mio padre non voleva neanche che entrassi in Williams, accettò con riluttanza di darmi un periodo di prova sotto pressione del capo dell’area marketing. E alla fine sono rimasta in questo team per 20 anni. Posso dire che sarei felice di lavorare in Williams altri 20 anni, anche come addetto stampa” (fonte: gpblog)

Tanti quindi gli aspetti analizzati dall’ex Team Principal della squadra britannica e vedremo se davvero ci sarà modo per ritrovarla in una veste diversa nel team che porta comunque un marchio legato indissolubilmente alla sua famiglia.

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Foto: LaPresse

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