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Australian Open, il ministro della Salute Foley non lascia troppe speranze ad Andy Murray

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La notizia di ieri della positività al Covid-19 di Andy Murray ha colpito tutti e questo, allo stato attuale delle cose, rende praticamente impossibile la sua partecipazione agli Australian Open 2021, torneo che inizierà dall’8 febbraio a cui l’ex n.1 del mondo avrebbe preso parte grazie a una wild card.

Il problema vero risiede nei tempi. Come è noto, infatti, Tennis Australia ha organizzato 15 voli per far sì che i giocatori possano nel weekend sbarcare a Melbourne o ad Adelaide (nel caso delle prime tre teste di serie maschili e femminili, coi rispettivi partner di allenamento, tra cui il nostro Jannik Sinner) dimostrando prima del viaggio di essere negativi al test. I tennisti, infatti, dovranno sottoporsi a due settimane di quarantena, nel corso delle quali effettuare la loro preparazione, prima di disputare i tornei di avvicinamento allo Slam.

Da questo punto di vista, una risposta sulla questione Murray è arrivata da parte del ministro della Salute australiano Martin Foley: “Il signor Murray e le altre 1.240 persone che fanno parte del torneo Aus Open, devono dimostrare che, prima di viaggiare verso Melbourne, dovranno risultare negativi ai test anti-Covid“, ha dichiarato il ministro, aggiungendo: “Se il signor Murray dovesse risultare positivo prima di partire per Australia, non gli sarà dato il permesso di sbarcare” (fonte: Ansa).

A questo punto appare decisamente improbabile che Andy possa essere in Australia per il poco tempo a disposizione nell’eventuale negativizzazione di cui avrebbe bisogno per viaggiare e spazio per deroghe non sembrano proprio esserci.

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Foto: Rena Schild / Shutterstock.com

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