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Sci di fondo, Anfisa Reztsova: “Spinta ad abortire perchè l’Urss aveva bisogno di medaglie”

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Anfisa Reztsova rimane ancora oggi un’icona sia dello sci di fondo che del biathlon. Nella prima disciplina è una delle più grande piazzate di sempre, essendo arrivata nove volte seconda senza essere mai riuscita a vincere una gara. In ogni caso, nel suo palmares si contano anche un argento olimpico e due mondiali. Dopodiché, una volta trasferitasi nel biathlon, si è tramutata in una dominatrice, conquistando due Coppe del Mondo e un oro olimpico. Nella giornata di ieri, l’ormai cinquantaseienne russa ha rivelato in un podcast tenuto con la testata sports.ru, di essere stata spinta ad abortire poco prima dei Giochi olimpici di Calgary 1988. Ecco il suo racconto.

“Il signore mi ha dato quattro figlie, nonostante il fatto che abbia dovuto abortire la mia prima gravidanza. Fui spinta a farlo, perché ‘la madrepatria aveva bisogno di medaglie’. Mi sposai nel 1985 e cercai di diventare mamma nel 1986, anno in cui non erano programmati né Mondiali, né Olimpiadi. Purtroppo non ci riuscii e misi l’idea da parte per qualche tempo. Però nel giugno del 1987, durante un training camp a Otepää, ebbi un ritardo. Feci il test di gravidanza ed emerse che ero incinta. Anche Elena Välbe si trovò nella stessa situazione contemporaneamente con me! Andammo a dirlo a Lopukhov (l’allenatore della squadra nazionale) e per tutta risposta ci disse di prendere la mountain bike e di fare 40 km per andare a Tartu, in maniera tale da fare esami più approfonditi.

La gravidanza, ovviamente, fu confermata. Elena aveva 19 anni, era ancora una junior, e le fu consentito di tenere il bambino. A me invece lo staff tecnico della squadra disse “tu non puoi restare incinta adesso, l’Unione Sovietica ha bisogno di medaglie”. Venni messa su un treno e spedita a Mosca. Qui mi prelevò un ambulanza e mi portò in un ambulatorio, dove incontrai il ginecologo che mi avrebbe fatta abortire. Però, prima di procedere mi disse: “ne discuta con il padre”. Così feci, ma mio marito mi rispose solamente “decidi tu”, senza esprimere il suo parere.

Avevo 23 anni, ero una delle fondiste di punta dell’Unione Sovietica e mancavano pochi mesi alle Olimpiadi di Calgary. Mi trovai con tutta la responsabilità della scelta addosso e soprattutto con un’enorme pressione da parte delle istituzioni sportive. Così decisi di acconsentire all’aborto. In cambio, il comitato olimpico sovietico mi regalò seduta stante un appartamento. A Calgary vincemmo la medaglia d’oro nella staffetta, dopodiché il Signore mi ha benedetto con quattro figlie nonostante quanto accaduto nel 1987”.

Anfisa Reztosva è diventata mamma per la prima volta subito dopo Calgary 1988. La sua primogenita Daria Virolaynen, che peraltro ha intrapreso a sua volta una carriera agonistica nel biathlon, è infatti nata il 24 gennaio 1989. Dopodiché sono arrivate altre tre figlie, compresa Kristina, classe 1996 e attualmente parte integrante della nazionale russa di biathlon.

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