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MotoGP, Valentino Rossi possibile “Arbitro del Mondiale”. Rinuncerà a un record per fare gioco di squadra?

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Se domani gli esami chiesti dalla Dorna dovessero dare il via libera, nel Gran Premio d’Europa programmato sulla pista di Valencia nella giornata di domenica, Valentino Rossi potrà fare il suo ritorno in azione dopo essere stato contagiato dal Covid-19 e, di conseguenza, obbligato a disertare il double header di Alcañiz. Ormai sprofondato al quindicesimo posto nella classifica iridata, viene da chiedersi quali possano essere le prospettive del quarantunenne di Tavullia nelle ultime tre gare della stagione 2020. Seppur senza essere in lotta per il Mondiale, i temi di interesse attorno alla sua figura non mancano.

Chiaramente, il principale traguardo alla portata del Dottore è quello dei 200 podi nella classe regina. Rossi ha conquistato il 199° piazzamento nelle prime tre posizioni tra 500cc e MotoGP lo scorso 26 luglio, in occasione del Gran Premio di Andalucia. Il risultato appariva il viatico per raggiungere la storica pietra miliare del doppio centone in tempi brevi, ma da quel momento il podio non è più arrivato nonostante diverse ghiotte occasioni. A Brno il passo era degno della top-three, ma la qualifica è stata disastrosa; a Misano-1 Valentino ha visto sfumare il terzo posto letteralmente a poche curve dal traguardo, quando è stato infilato da Joan Mir; infine a Barcellona, il veterano di Tavullia aveva ormai acquisito la seconda piazza, ma un banale errore a pochi giri dalla fine lo ha mandato nella ghiaia, costringendolo al ritiro. Insomma, con ancora tre cartucce da sparare, il miglior Rossi potrebbe ambire al podio numero 200 prima della fine del 2020.

Un altro primato “a portata di mano” (tra molte virgolette) sarebbe quello di pilota più anziano a realizzare una pole position nella top class. Attualmente tale ruolo spetta all’australiano Jack Findlay, che firmò la pole nel Tourist Trophy del 1974 all’età di 39 anni e 121 giorni. Il Dottore potrebbe quindi diventare il primo over-40 a scattare davanti a tutti in una gara della classe regina. Abbiamo però usato le virgolette perché il veterano di Tavullia non arpiona una pole ormai dal Gran Premio d’Italia 2018 e quest’anno non si è mai qualificato meglio di terzo, peraltro in una singola occasione.

Ci sarebbe, infine, l’opportunità di migliorare tutti i record di longevità che già detiene:
Maggior intervallo temporale tra la prima e l’ultima vittoria, attualmente 16 anni e 355 giorni.
Maggior intervallo temporale tra prima e ultima pole position, attualmente 17 giorni e 46 giorni.
Maggior intervallo temporale tra il primo e l’ultimo podio, attualmente 20 anni e 87 giorni.

Ricapitolando, il primato più verosimile e concretamente a portata di mano è rappresentato dal 200° podio nella classe regina. Il mese di novembre 2020 sarà foriero di questo benedetto piazzamento, oppure torneremo a parlare del medesimo tema in vista dell’inizio della stagione 2021?

L’ovvia conseguenza del raggiungere (o del poter raggiungere) il record dei 200 podi e/o di ritoccare almeno uno dei suddetti primati, è che Rossi possa essere oltremodo competitivo in almeno una delle ultime tre gare. In questo modo potrebbe persino ricoprire il ruolo di “arbitro del Mondiale”, togliendo punti all’uno piuttosto che all’altro contender per l’iride. Sotto questo aspetto, viene da chiedersi se Valentino si presterà a eventuali giochi di squadra, magari nel round conclusivo di Portimao, dove il titolo potrebbe decidersi in volata. Nel qual caso, il Dottore rinuncerà a una top-three per favorire un compagno di marca?

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Foto: Shutterstock

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