Ciclismo

‘Le Tour du directeur’: Pogacar ottimo a cronometro, ma Roglic… Damiano Caruso vuole regalarsi la top10

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UNA TAPPA PER LA MAGLIA VERDE

Se la maglia gialla è ormai già assegnata da ieri, oggi si è lottato per quella verde della classifica a punti. Sam Bennett, che è un velocista puro, è stato bravo a marcare a uomo in grande rivale Peter Sagan, peraltro precedendolo sia sul traguardo volante sia all’arrivo. Ormai, con ben 55 punti di vantaggio sul tre volte campione del mondo, manca solo la ratifica ufficiale da parte della matematica: a Parigi l’Irlanda tornerà a festeggiare una maglia prestigiosa 31 anni dopo Sean Kelly. 
Per l’Italia è sfumata forse l’ultima opportunità di vincere almeno una tappa con Matteo Trentin, che si trovava nella fuga buona. Tuttavia il danese Kragh-Andersen è stato abile nel piazzare la ‘fagianata’ giusta, trionfando in solitaria e festeggiando la seconda affermazione personale in questa Grande Boucle.

DOMANI POGACAR PUO’ RIBALTARE TUTTO E VINCERE IL TOUR? 

Sulla carta è quasi impossibile, ma mai dire mai. Il giovane della UAE Emirates è fortissimo a cronometro. Basti pensare che, proprio in questa specialità, a fine giugno sconfisse proprio Roglic nel Campionato nazionale sloveno. All’epoca rifilò 8″ all’avversario in una prova di poco meno di 16 km, in pratica mezzo secondo al km. Domani i km saranno 36,2, di cui gli ultimi 6 in salita (peraltro molto dura, 8.5% di pendenza media). Per vincere il Tour, Pogacar dovrebbe infliggere a Roglic poco meno di 2″ al km: difficile da credere, perché il capitano della Jumbo-Visma è uno dei migliori interpreti al mondo nelle prove contro il tempo. E’ chiaro che l’imprevisto è sempre dietro l’angolo: basterebbe una foratura, con conseguente perdita di una ventina di secondi, per riaprire tutto. Non è escluso, ad ogni modo, che i due sloveni possano giocarsi il successo di tappa, anche se dovranno guardarsi dal motivatissimo australiano Richie Porte e, soprattutto, dall’olandese Tom Dumoulin.

I DUELLI DI DOMANI

Il più atteso sarà quello per il terzo posto tra Lopez e Porte. L’australiano, che è uno specialista, deve recuperare 1’39” sul colombiano. Se la crono fosse completamente piatta, avrebbe ottime chance. L’ascesa conclusiva consente invece a Lopez di partire con i favori del pronostico per conservare un podio prestigioso. Teoricamente è in lizza per la top3 anche Mikel Landa, ma lo spagnolo non è un grande interprete delle prove contro il tempo, tutt’altro: dovrà guardarsi le spalle dal connazionale Enric Mas, distante 51″. Rischia di perdere due posizioni Adam Yates (attualmente settimo): al momento il britannico vanta 10″ su Uran e 1’29” su Dumoulin, altro papabile per la vittoria di tappa.

E POI LA SFIDA CARUSO-VALVERDE

L’Italia potrebbe portare a casa una top10 insperata alla vigilia. Damiano Caruso è attualmente 11° a soli 19″ dallo spagnolo Alejandro Valverde, che a 40 anni è ancora lì a battersi con i migliori al mondo. Sulla carta sarà una sfida molto equilibrata, perché entrambi sanno difendersi discretamente a cronometro. Decisive saranno le energie rimaste e, sotto questo punto di vista, il siciliano ne ha spese molte di più nel lavoro di gregariato al servizio di Mikel Landa. La sensazione è che la contesa possa risolversi per una manciata di secondi a favore dell’uno o dell’altro. Qualora riuscisse nell’impresa, Caruso potrebbe fregiarsi di aver conquistato la top10 in tutti e tre i grandi giri. E scusate se è poco…

IL PERCORSO DELLA CRONOMETRO

36,2 km da Lure a La Planche des Belles Filles, dove nel 2017 vinse Fabio Aru staccando tutti. I primi 30 km saranno completamente piatti, da specialisti puri: si andrà ben oltre i 50 km/h. Poi cambierà tutto negli ultimi 5,9 km: un’ascesa all’8,5% di pendenza media, con una rampa finale al 20% che consentirà agli scalatori di limitare i danni.

federico.militello@oasport.it

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Foto: Lapresse

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