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F1, Giancarlo Bruno: “La SF1000 è sbagliata in toto, i regolamenti tecnici sono un bluff”

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Fare un bilancio della situazione sulla Ferrari in F1 non è affatto facile. La Rossa è protagonista di una stagione estremamente negativa e l’ultimo GP del Mugello, nel quale la scuderia di Maranello ha festeggiato la 1000ma corsa nel Circus, ha confermato tutte le criticità. Una SF1000 quinta/sesta forza in pista, con cui il monegasco Charles Leclerc e il tedesco Sebastian Vettel devono fare i conti, guidando spesso e volentieri sui problemi. Problematiche di vario genere: dal motore, passando per il telaio e arrivando all’aerodinamica.

A fornire una chiave di lettura sulla situazione è stato l’ingegner Giancarlo Bruno, volto noto della F1 sia per un’esperienza alla spalla di lungo corso nel Circus e nelle altre categorie del Motorsport che per aver ricoperto il ruolo di commentatore tecnico in Rai e sulle emittenti Sky e TV8. Nell’intervista concessa a OA Sport, in collaborazione con Sport2U (nella trasmissione FormulaUno2U), l’ingegnere ci ha fornito prima di tutto un’idea in merito al layout del Mugello, criticato per la sua pericolosità visti i tanti incedenti in gara: “La validità tecnica del Mugello è paragonabile se non superiore a quelle di piste come Spa e Suzuka. Ha curve tecniche, magari la sede stradale è un po’ stretta, ma esternamente alla traiettoria c’è la ghiaia, un aspetto che nei circuiti moderni non c’è. Gli incidenti, dunque, si sono verificati sul tracciato toscano non per le sue caratteristiche ma per l’abitudine da parte dei piloti di sfruttare una porzione di pista che non c’è. Sul crash in rettilineo, non c’è da stupirsi: dopo la Safety Car, chi è dietro cerca sempre di avvantaggiarsi“.

Parlando di Ferrari, il parare di Bruno è molto chiaro: “La pista toscana ha evidenziato i limiti della vettura. Su questo circuito si va a piena farfalla solo in rettilineo, poi c’è una successione continua di curve, molto delle quali si fanno in pieno. Gli pneumatici sono continuamente sollecitati, quindi l’energia che viene sviluppata è altissima. Quando l’aerodinamica non è al top, la geometria delle sospensioni non è la migliore e il motore non ti spinge a sufficienza, vengono fuori le prestazioni della Ferrari. Noi conosciamo la storia del motore della Rossa e di fatto la scuderia di Maranello ha dovuto fare un passo indietro. Io penso che la vettura di quest’anno sia in toto sbagliata e la conferma mi viene osservando quanto fatto dalla concorrenza. La chiave è l’utilizzo della parte elettrica, quindi la combinazione dei due moto-generatori con il motore termico. Alla Ferrari questo aspetto non è ottimizzato evidentemente e non è stata fatta una buona vettura dal punto di vista dell’efficienza aerodinamica. Di conseguenza, le gomme non vanno in temperatura e la performance viene meno. Per questo motivo, la filosofia della monoposto non è stata centrata e richiede tempi lunghi”.

Decisamente interessante poi il parere di Bruno sulle regole “congelate”: “Sono molto critico sul modo in cui vengono scritte le regole in F1, perché si insegue da anni una diminuzione dei costi che probabilmente, solo adesso, con il budget cup potranno raggiungere. Di fatto, l’abolizione dei test, il numero limitato di motori nel corso di una stagione ecc. sono bluff. In una stagione normale la Ferrari, ad esempio, costruiva circa 120 motori, di cui una minima parte utilizzati. La maggior parte, infatti, gira sui banchi dinamici. Pertanto, questo risparmio è un falso ideologico. Tornando al discorso del regolamento attuale, c’è una chiara limitazione sull’inventiva del progettista e ciò vuol dire anche una spesa importante di risorse umane (non solo) per aggirare queste regole così stringenti“. E poi una rivelazione su Mercedes: “Il loro segreto è nella capacità di sfruttare l’ibrido in tutte le condizioni“.

VIDEO INTERVISTA ALL’INGEGNER GIANCARLO BRUNO

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: LaPresse

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