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Tennis, Grigor Dimitrov: “I primi giorni della convalescenza sono stati durissimi, sono grato di essere a New York”

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Dopo gli ultimi tornei di esibizione non troppo fortunati, il mondo del tennis si appresta a tornare a pieno regime, con il Masters 1000 di Cincinnati che nel tabellone vede anche il bulgaro Grigor Dimitrov, colui che forse più di tutti ha avuto a che fare con il Covid-19, contraendolo nel corso dell’Adria Tour. Il 29enne, che ha iniziato questa edizione superando il francese Ugo Humbert, è tornato a parlare di quanto accaduto, nell’intervista riportata da Ubitennis.com.

Non credevo che sarei venuto qui in America. Ovviamente la mia condizione attuale non è la migliore, ma quest’anno ho dovuto attraversare ostacoli piuttosto duri, molto più duri di quelli che di solito ci si presentano davanti nella vitaNon avevo alcuna aspettativa, sono arrivato un giorno e mezzo fa con l’obiettivo di superare una partita alla volta, cercando di avere abbastanza energia fisica per arrivare alla fine di ogni match. Ho deciso di venire qui perché voglio sempre spingermi ai limiti delle mie possibilità. Sapevo che avrei dovuto fare parecchi aggiustamenti, e questo mi ha aiutato a stringere i denti e andare avanti. Un giorno questa sarà una grande storia da raccontare, anche se non sono ancora arrivato alla fine della corsa”.

Il bulgaro racconta come si è sviluppato il decorso della sua positività: I primi giorni della convalescenza sono stati durissimi, avevo perso tutto il tono muscolare e la capacità cardiaca. Cercavo di capire cosa fare per poter tornare in una condizione tale da poter rimanere in campo almeno un paio d’ore, ma per una settimana l’unica cosa che riuscivo a fare era camminare, niente corsa, niente pesi. Poi gradualmente ho ripreso a fare un po’ di attività, prima 20 minuti, poi 30, poi un’ora, e poi sempre riposo. Sono stato infortunato prima ma questa riabilitazione è stata durissima”.

Grigor Dimitrov chiude l’intervista lanciando un messaggio importante:  Spero che il mio esempio possa servire a tutti: non importa chi sei, quanto sei in forma, quanto mangi sano, siamo tutti uguali davanti al virus. Se sono servito per far passare questo messaggio sono felice. Non ho mai preso sotto gamba la malattia: sono rimasto isolato per tre mesi nel deserto. Poi quando mi sono ammalato non ho potuto far altro che accettarlo. Ho pensato a quello che ho fatto, a quello che avrei potuto evitare di fare, ma alla fine non importa, non si può cambiare il passato. Sono incredibilmente grato di essere qui e di poter partecipare a questo evento, e non sto nemmeno parlando della vittoria nella partita, non sto parlando di tennis”.

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gianni.lombardi@oasport.it

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Foto: LaPresse

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