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Formula 1

F1, GP Belgio 2020: la Ferrari perde ovunque. L’analisi dei settori e le lacune della Rossa: venerdì disastroso

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Venerdì da incubo a Spa-Francorchamps per la Ferrari, grande protagonista in negativo della prima giornata di prove libere valevole per il Gran Premio del Belgio 2020, settimo round del Mondiale di Formula 1. La scuderia di Maranello è andata in netta difficoltà fin da subito su una pista sfavorevole che ha esaltato almeno quest’oggi tutti i punti deboli di una SF1000 poco competitiva e alquanto imprevedibile in termini di performance. Quest’oggi le Rosse hanno pagato pesantemente dazio non solo dai “Big Three” (le due Mercedes e Verstappen), ma anche da tutto il midfield formato da Albon, Racing Point, Renault, McLaren e AlphaTauri sia sul giro secco che sul passo gara. Uno scenario davvero impensabile alla vigilia di questo fine settimana, che si preannunciava in salita ma certamente non così disastroso se prendiamo in considerazione le prestazioni odierne.

Nelle FP2, in cui si è svolta come di consueto una simulazione di qualifica con gomme morbide, la Ferrari si è dovuta accodare anche alle Alfa Romeo stampando il 15° tempo con Charles Leclerc (1’45″440) ed il 17° con Sebastian Vettel (1’45″683). Se domani dovessero confermarsi questi valori in campo, il team emiliano potrebbe anche rischiare di non superare il taglio in Q1 con almeno una delle due vetture. Sicuramente sarà necessario lavorare ulteriormente per trovare un set-up ottimale su un tracciato davvero molto complicato ed impegnativo per piloti ed ingegneri. Analizzando i riscontri cronometrici fatti segnare nei vari intermedi, balza all’occhio immediatamente l’enorme gap accusato dai ferraristi nel T2 rispetto a tutti gli altri ed in particolare alla Mercedes di Lewis Hamilton.

Le Rosse perdono addirittura 1″7 nei confronti del britannico nel settore centrale, quello più lungo e guidato in cui un maggiore carico aerodinamico può fare la differenza. Nel T1 e nel T3 Vettel e Leclerc si difendono, tenendo sostanzialmente il passo della W11 (oggi notevolmente depotenziata sul dritto), ma il distacco accumulato nei 45″ del tratto centrale della pista è davvero troppo elevato per poter ottenere dei tempi sul giro all’altezza. Per fare però un confronto diretto più significativo con quello che sarebbe dovuto essere un rivale diretto in questo Gran Premio, va preso in considerazione il secondo tempo registrato da Daniel Ricciardo con la Renault in 1’43″792. L’australiano, nel suo time-attack con gomme soft nelle FP2, è stato più rapido delle Ferrari in tutti i settori rifilando loro due decimi nel T1, 1″ netto nel T2 e circa mezzo secondo nell’ultima sezione del circuito.

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erik.nicolaysen@oasport.it

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Foto: Lapresse

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