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MotoGP, il sabato nero di Andrea Dovizioso. Ma in gara la top5 resta un obiettivo credibile

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Uno dei principali sconfitti del sabato del Gran Premio di Andalucia è indubbiamente Andrea Dovizioso. Il trentaquattrenne forlivese ha sofferto già nella FP3, dove non è riuscito a entrare nella top-ten, dovendo così affrontare la Q1, durante la quale è però stato eliminato. In realtà, la punta di diamante del team ufficiale Ducati è sempre rimasta allo stesso livello per tutto il weekend, senza mai riuscire a effettuare un guizzo, neppure nella giornata odierna, quando invece alcuni compagni di marca hanno alzato prepotentemente i toni. Cionondimeno, ci sono ancora speranze per domenica, perché in gara la situazione potrebbe migliorare.

Quella che sinora è mancata a Dovi è stata la velocità pura, intesa come la capacità di fare la differenza sul giro secco. In altre parole, il tre volte vice-campione del mondo ha faticato a portare la sua moto al limite, a differenza di altri centauri dotati della GP20, a cominciare da “Pecco” Bagnaia, che ha dimostrato come il potenziale della Ducati sia comunque alto, altrimenti non sarebbe stato possibile avvicinarsi così tanto a Fabio Quartararo e Maverick Viñales. Dunque, il problema di Dovizioso è legato esclusivamente alle sensazioni e al set-up, proprio come avvenuto a Valentino Rossi la scorsa settimana.

Non si tratta certo dello scenario ideale, ma come detto in apertura domenica il forlivese potrebbe essere il classico “dark horse” su cui puntare quantomeno per un piazzamento di prestigio. Innanzitutto perché sappiamo come Dovi sia in grado di alzare l’asticella quando tutti si trovano a girare con pneumatici usurati, come peraltro testimoniato da quanto avvenuto la scorsa settimana. In secondo luogo perché in gara “raggiungere il limite” assume un significato diverso rispetto al giro secco. In terza istanza, non bisogna dimenticare come vi sia ancora il jolly del warm-up da giocarsi, dove potrebbero essere trovate in extremis delle regolazioni più efficaci. Infine, il Gran Premio di Spagna ha dimostrato come si possa risalire la china anche partendo da lontano.

Comunque sia, domani per Dovizioso sarà fondamentale partire bene, allo scopo di guadagnare quante più posizioni possibile. Dopodiché il romagnolo dovrà fare ciò che sa fa fare meglio, ovvero impostare un ritmo regolare. È vero, la Ducati numero 04 partirà in quattordicesima piazza, ma tanti dei piloti che scatteranno nelle prime tredici caselle della griglia appaiono alla portata di Andrea. Crutchlow, Petrucci, Nakagami, Binder, Mir e lo stesso Oliveira sono tutti da verificare sulla lunga distanza. Pol Espargaro può essere battuto e, al di là dei fasti delle qualifiche, si vedrà quale sarà la gestione delle gomme di Bagnaia. Lo stesso Morbidelli è un’incognita, anche se chiaramente è dotato di un mezzo superiore rispetto alla Ducati attuale. Inoltre, e soprattutto, non bisogna sottovalutare gli imprevisti che possono sempre capitare a chiunque.

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Insomma, Dovizioso ha vissuto un sabato nero che ha dannatamente complicato il suo Gran Premio di Andalucia. Ripetere il podio di settimana scorsa sarà pressoché impossibile, ma è difficile credere che il quattordicesimo posto delle qualifiche sarà la posizione occupata anche al termine della gara. Per il veterano forlivese, l’obiettivo massimo nella giornata di domenica sarà quello di entrare nelle prime cinque posizioni. Traguardo non semplice da raggiungere, ma al contempo neppure fuori portata. Per riuscirci sarà fondamentale rovistare a fondo nel ricco bagaglio di esperienza di cui è dotato Andrea. In questo modo sarà possibile limitare i danni rispetto a Quartararo e Viñales nell’ottica della corsa al Mondiale. Si sa che Jerez de la Frontera è un tracciato ostico e le attuali difficoltà non fanno altro che acuire una situazione già complicata di per sé, ma difendersi al meglio potrebbe essere propedeutico per capire quali possono essere le reali prospettive iridate, da verificare poi su una pista completamente diversa come Brno.

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Foto: Valerio Origo

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