F1, gli organizzatori del GP del Brasile attaccano: “Denunceremo Liberty Media!”

Ci sono degli strascichi dopo che il Circus della F1 ha deciso di non correre quest’anno negli Stati Uniti, in Messico e in Brasile. In particolare gli organizzatori brasiliani minacciano di querelare i responsabili dell’annullamento, viste le pesanti ripercussioni sotto il profilo economico che questa decisione comporta. Come è noto, la situazione nel territorio sudamericano è preoccupante dal punto di vista dei contagi ed è soprattutto per questo che Liberty Media ha deciso di annullare il fine settimana a San Paolo.

Una presa di posizione però fortemente osteggiate da Tamas Rohonyi, promotore del GP, che ha dichiarato al quotidiano O Estado de S.Paulo che intende portare la vicenda in un tribunale inglese, perché la sede di Formula One Management è in Inghilterra. A suo dire, infatti, l’esclusione per la pandemia non può essere giustificata: “Il contratto può essere solo annullato per cause di forza maggiore. Una cosa fuori controllo dalle parti coinvolte, tipo un aereo che cada sulle auto o che tutti spariscano un metro sotto l’acqua”.

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In questo contesto arroventato, Rohonyi ha reso noto che anche in Messico si potrebbe procedere alla denuncia dei vertici della F1, realizzando quindi un’azione congiunta. Resta, come detto, il pesante danno economico e vi è l’evidenza anche di una concorrenza interna al Brasile per l’organizzazione dell’evento nel 2021. Il contratto di fatto scade quest’anno e vi sarebbe una proposta da parte di Rio che potrebbe garantire cifre più importanti. La proposta di San Paolo, come riportato da gazzetta.it, è di 18 milioni di euro l’anno per cinque stagioni, mentre la citata Rio pagherebbe per lo stesso periodo 53 milioni. Tuttavia per quest’ultima vi è la problematica di un autodromo da costruire in un’area con vincoli di protezione ambientale.

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: LaPresse