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F1, David Coulthard preoccupato per il futuro: “Il modello americano rischia di far perdere appeal e spettatori”

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David Coulthard, indimenticato protagonista della Formula 1 tra la seconda metà degli anni ’90 e l’inizio del XXI secolo, ha espresso preoccupazione per il futuro della categoria, avanzando in particolare dubbi sulla volontà di seguire il cosiddetto “modello americano” che, a suo modo di vedere, potrebbe risultare controproducente per il Circus.

Il quarantanovenne scozzese ha sciorinato i suoi pensieri durante un podcast tenuto dalla testata Autosport, durante il quale ha detto che “la filosofia alla base della Formula 1 è sempre stata quella di definire delle regole che possono essere interpretate da ognuno, in maniera tale da sviluppare al meglio la vettura sulla base delle risorse a propria disposizione. Per questo sono un po’ preoccupato riguardo misure che mirino a penalizzare il successo”.

Chiaramente il riferimento è al cosiddetto BoP, ovvero Balance of Performance, il meccanismo che punta a equilibrare le prestazioni delle vetture, limitando la ricerca aerodinamica per i team meglio classificati nel mondiale costruttori rispetto a quelli alle loro spalle. Al riguardo Coulthard ha dichiarato che, a suo modo di vedere, “non bisognerebbe porre limiti sullo sviluppo di aerodinamica e motori. Non credo che rendere la Formula 1 simile all’IndyCar sia una buona idea. Dopotutto l’IndyCar non ha certo la stessa audience a livello globale. Non si può pensare che il marchio ‘Formula 1’ possa consentire alla categoria di mantenere lo stesso appeal di sempre, se essa viene snaturata”.

Il vice-campione del mondo 2001 ha usato poi una metafora per spiegare meglio il concetto: “In questi giorni tante persone si stanno emozionando guardando a SpaceX, il programma spaziale di Elon Musk, perché è qualcosa di magico. È un progetto atto a portare gli esseri umani in un territorio inesplorato. Secondo me questo ha fatto la fortuna della Formula 1, che grazie alla possibilità di effettuare ricerche e sviluppare ogni genere di soluzioni tecniche, è diventata l’equivalente della ‘Corsa allo spazio’ nel mondo del motorsport. Quindi io penso che la categoria debba mantenere la sua aura magica. Gli spettatori devono vedere le auto e restare affascinati, pensando: ‘Mamma mia, come possono fare questo in Formula 1?”

Dunque non è propriamente il sentiero intrapreso da Liberty Media. Coulthard al riguardo allarga gli orizzonti: “Questa ‘corsa allo spazio” del motor sport non si potrà mai avere se il budget e le vetture saranno identici per tutti. Ok, lo so che le nuove regole non sono proprio così e sto estremizzando il concetto, ma se si va avanti su questa strada si rischia di arrivare alla standardizzazione e non credo che sia una buona idea promuovere il messaggio di ‘equità in Formula 1’. In questo modo la categoria rischia seriamente di perdere la sua unicità e il suo appeal con il pubblico. Quello che l’ha resa così popolare è il fatto di essere la più alta forma di gara di velocità su pista e tale dovrebbe rimanere anche in futuro”.

Insomma, l’ex pilota scozzese non è affatto convinto che il cambio di filosofia possa giovare alla popolarità Formula 1. Anzi, teme che possa snaturare la categoria, rendendola concettualmente troppo simile ad altre già esistenti, facendole così perdere la propria identità, con relativo calo di interesse da parte del pubblico.

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paone_francesco[at]yahoo.it

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Foto: La Presse

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