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Rugby, cambiare le regole per poter tornare in campo

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World Rugby sta studiando soluzioni temporanee per velocizzare i tempi che permetteranno alla palla ovale di tornare in campo. Regole che sacrificheranno molti degli elementi distintivi del rugby – in particolare le mischie – ma che dovrebbero garantire un minor contatto tra i giocatori almeno fino a quando non ci sarà un vaccino. Perché l’opinione generale è che, senza vaccino per il Covid-19, nulla sarà come prima nel rugby.

Il rischio, però, è che questa situazione d’emergenza sia il grimaldello per quella parte del mondo rugbistico che sogna di rivoluzionare questo sport, rendendolo più veloce, più televisivo, sacrificando i tempi morti. Cioè sacrificando soprattutto la mischia, cioè il momento più complesso da un punto di vista dello spettacolo, apprezzata solo da chi conosce bene le regole, mentre è la situazione di gioco meno comprensibile per i neofiti. Ma come potrebbe cambiare il rugby?

Secondo il Times l’opzione limite, quella più estrema, sarebbe quella di cancellare tout court la mischia chiusa e sostituirla con un calcio libero per la formazione che – di norma – introdurrebbe il pallone in mischia. Ma, come detto, è l’opzione estrema, quella che di fatto creerebbe un altro sport, perché senza mischia il rugby non è mischia. Più probabili, dunque, le soluzioni intermedie. Che oggi sulle pagine della Gazzetta dello Sport vengono ben illustrate da Marco Bortolami, ex capitano azzurro e tecnico proprio della mischia della Benetton Treviso.

“Si farebbe una sola mischia, senza l’infinita sequenza di reset che ogni tanto si vede; si toglierebbe la possibilità di chiedere una mischia a chi ha a disposizione un calcio di punizione; si limiterebbero le persone coinvolte nel drive, mentre nel gioco a terra il tempo dello “use it” (il comando che l’arbitro dà alla squadra in attacco per fare uscire il pallone dal raggruppamento, ndr) scenderebbe da cinque a tre secondi” dice Bortolami. Da capire se saranno regole temporanee – fino al vaccino – o definitive. Su questo sembra più netto Marius Mitrea, arbitro internazionale, che sulle nuove regole è lapidario. “La mischia non sparirà, diventerebbe rugby a 13 e nessuno sarebbe interessato a vederlo”. E come dargli torto.

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duccio.fumero@oasport.it

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Foto: Claudio Bosco – LPS

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