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Olimpiadi antiche: Cinisca, la prima donna a conquistare l’oro di Olympia. La figlia del Re di Sparta in trionfo nella corsa dei carri

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Le Olimpiadi antiche erano esclusivamente un discorso per uomini. Le donne, infatti, non potevano partecipare ai Giochi da regolamento e potevano presenziare all’interno dello Stadio soltanto se ancora nubili, accompagnando rigorosamente padri o fratelli. In un mondo così lontano a livello temporale, dove la parità di genere non era nemmeno un recondito pensiero, il sesso femminile era davvero il più debole: parole e gesta delle donne non erano minimamente considerati, erano viste “soltanto” come madri capaci di garantire una discendenza e poco più. Questo in quasi tutta la Grecia ma non a Sparta dove il gentil sesso partecipava attivamente ad attività ginniche e al funzionamento della poleis.

Le donne non potevano scendere effettivamente in campo nel mondo antico ma c’era un’eccezione: la corsa dei carri con quattro cavalli (il prestigioso tethrippon). In quel caso, infatti, il finanziatore della squadra poteva essere una donna mentre l’auriga doveva essere necessariamente un uomo. Questo è quanto successe nel 396 avanti Cristo, anno della 96^ Olimpiade del mondo antico. Cinisca era la figlia di Archidamo II, l’austero Re di Sparta: la ragazza era infatti molto abile nell’allevare i cavalli insieme ai suoi schiavi e aveva fornito i cavalli alla formazione che poi vinse il titolo ai Giochi. Fu la prima donna nella storia a conquistare l’alloro alle Olimpiadi e dopo 2400 anni è ancora un punto di riferimento per tutte le sportive.

Secondo alcune fonti Cinisca all’epoca aveva poco più di quarant’anni (si narra di una nascita attorno al 440 a.C.) e forse era ancora nubile, secondo alcuni storiografi fu infatti suo fratello Agesilao a spingerla a partecipare alle Olimpiadi e non un eventuale marito come sarebbe stato più logico. Fu un trionfo memorabile per Sparta che tornava alle Olimpiadi dopo essere stata bandita per addirittura 24 anni, Cinisca entrò definitivamente nella leggenda nel 392 a.C. quando confezionò un leggendario bis nella stessa disciplina, consegnandola per sempre all’immortalità.

Cinisca significava letteralmente “cucciola” o “cagnolina”, era il soprannome che portava in dote suo nonno Zeussidamo. I suoi trionfi ebbero ampia eco nell’antica Grecia, nel tempio di Zeus ad Olympia furono esposte due statue commemorative di quelle imprese, realizzate dallo scultore Apelleaes: una rappresentava la donna, l’altra raffigurava un carro con cavalli e auriga. A Sparta venne addirittura eretto un heroon, un santuario monumentale costruito per ricordare un eroe: fu la prima donna a essere eroinizzata, un onore ai tempi riservato soltanto agli uomini.

 

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stefano.villa@oasport.it

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