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NASCAR: il regolamento ed il tipo di macchine in gara. L’imprevedibile overtime e le caution: la guida completa

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Il mondo sportivo americano, lo sappiamo, offre un panorama totalmente diverso dal quello europeo. Negli Stati Uniti d’America tutto è uno spettacolo e la NASCAR non è da meno con un regolamento ed una tipologia di auto molto particolari.

Molti considerano semplici le competizioni a stelle e strisce, definendo facile il girare all’interno di un ovale. Serve invece grande destrezza e abilità per guidare a 300 chilometri all’ora per almeno 3 ore in cui può succedere di tutto e dove il minimo errore può costare un incidente a muro. A differenza di quanto potrebbe apparire, ogni catino ha la sua particolare caratteristica che lo rende speciale ed unico. Un singolo grado di banking, termine con cui si definisce l’inclinazione delle curve, modifica in modo notevole l’approccio ad una determinata parabolica.

Gli ovali sono i protagonisti della NASCAR ed in generale dell’America. 33 delle competizioni della Cup Series si svolgono infatti all’interno di queste speciali strutture che sono a tutti gli effetti dei ‘stadi del motorsport’.

La NASCAR prevede molte regole uniche che non sono presenti all’interno degli altri campionati. Sono norme molto interessanti al fine di aumentare lo spettacolo e che potrebbero essere copiate da altri campionati.

La prima cosa da sapere se si guarda una gara della NASCAR, qualsiasi delle tre categorie nazionali (Cup, Xfinity e Truck Series), è che il campione viene incoronato al termine dei Playoffs. Introdotti con il format attuale dal 2015 ed istituiti in forma ridotta anche nelle due serie minori, determinano il vincitore dopo dieci entusiasmanti corse. I 16 piloti eletti a disputare i Playoffs si riducono di quattro unità ad ogni round. Dopo ogni turno, composto da tre gare ciascuno ad eccezione della finale su un’unica manche, i peggiori della classifica vengono tolti dal gruppo dei possibili campioni al termine dell’elimination race, l’ultima gara di ogni fase dei Playoffs. Bisogna ricordare che per entrare nella fase decisiva della stagione è necessario vincere almeno una gara o rientrare tra coloro che hanno raccolto più punti nei 26 round della regular season.

Ogni evento del campionato ha al proprio interno delle Stage, due traguardi volanti che spezzano in tre parti ogni tappa della NASCAR. I primi dieci di ogni frazione prendono punti per la classifica generale, mentre il vincitore ha diritto ad un punto Playoffs. I ‘bonus’ raccolti durante l’anno, cinque per i piloti che vincono una gara ed uno per colui che si aggiudica il ‘traguardo volante’, vengono automaticamente sommati al totale dei punti raccolti nell’intera stagione. Per intenderci, se uno ha raccolto 20 punti Playoffs, ad ogni turno della fase conclusiva del campionato avrà a disposizione 20 punti supplementari a quelli già assegnati di default che vengono dati ad ogni passaggio di fase.

Un’altra regola molto particolare della NASCAR riguarda l’overtime. Le corse americane sono rigorosamente scandite dalle caution, termine con cui viene definita la neutralizzazione della gara. Infatti, a differenza del resto del mondo, le manifestazioni della Cup Series o delle serie propedeutiche, non finiscono in regime di Safety Car se vi è un incidente prima che il leader della gara inizi l’ultimo giro, indicato in America con l’esposizione della bandiera bianca (in Europa significherebbe che vi è in pista un’auto che procede lentamente sul percorso). Ogni volta in cui si verifica la situazione citata entra in gioco l’overtime. La gara non finisce, ma si prolunga di due giri.

Le auto, in ogni ripartenza, allineate e appaiate come accade per l’inizio della gara, non in fila indiana come succede per tutte le categorie al mondo, si preparano per gli ultimi due giri. Due tornate secche che determinano il vincitore dell’evento. L’overtime può essere ripetuto infinite volte. Se infatti c’è un contatto che provoca una nuova bandiera gialla prima che il leader tagli il traguardo per iniziare l’ultimo giro, tutto viene rifatto. In caso di incidente nel corso del final lap ci sono due possibili ipotesi: la gara finisce al traguardo con la bandiera a scacchi o viene bloccata con una definitiva caution.

Possiamo citare altre due caratteristiche da sottolineare nell’infinito regolamento: i free pass e la competition caution. La prima norma regala al primo tra i piloti doppiati la possibilità di rientrare automaticamente nella tornata del leader durante la prima caution disponibile. Si tratta di una regola unica che spesso cambia le sorti della gara e può modificare le carte in tavola. La competition caution è invece una neutralizzazione della gara decisa a tavolino. Nelle piste in cui la competizione potrebbe risultare ‘noiosa’ viene inserita, all’interno esclusivamente della prima Stage, una bandiera gialla per ricompattare l’intero gruppo.

Il meteo è un altro importante fattore nelle competizioni a stelle e strisce. Per regolamento è infatti vietato svolgere una gara su ovale in caso di pioggia. Dopo ogni scroscio, piccolo o grande che sia, la pista deve essere completamente asciugata e riportata in stato di sicurezza. Una condizione che non verrebbe garantita in caso di maltempo. Le uniche gare ammesse in caso di pioggia sono quelle tre prove che si tengono all’interno dei tracciati tradizionali, tre per quanto riguarda la Cup Series.

Solitamente, in caso di una forte incertezza meteorologica o in caso di una mancata illuminazione del tracciato per la disputa di gare in notturna, le gare vengono posticipate al lunedì, giorno in cui vengono svolte interamente o continuate dal momento in cui si erano fermate nella giornata precedente.

Ricordiamo che la gara assegna un punteggio pieno ed è definita valida al termine della seconda Stage, momento che segna il superamento di oltre metà della prova.

Nella NASCAR Cup Series le vetture sono molto semplici ed hanno una tecnologia atipica rispetto al resto del motorsport. La Gen-6 è l’attuale versione delle auto, in pista con tre importanti costruttori. Toyota con la storica Camry, Ford con la Mustang e Chevrolet con la Camaro compongono il folto schieramento che puntualmente supera i 30 iscritti. Il 2020 doveva essere l’ultimo anno di questa lunga generazione di auto, nate nel 2013 per incrementare lo spettacolo. Dal 2021 avrebbero dovuto esordire le Next Gen, auto innovative che, a causa dell’emergenza sanitaria, dovranno ritardare il debutto nel 2022.

Le NASCAR hanno un peso di 1.451 chili e sono dotate di un propulsore V8 aspirato di 5.8 litri. Tutte le auto hanno un cambio ad H con quattro rapporti e non sono munite di un limitatore per la ‘pit road’, nome con cui viene indicata la corsia dei box. Un dettaglio non indifferente che spesso porta i piloti ad essere sanzionati per un eccesso di velocità in una o in più parti della corsia dei box. La pit lane è infatti suddivisa in alcune zone, delimitate da apposite linee bianche, in cui ogni pilota non può superare il limite consentito.

Bisogna sottolineare che nei Superspeedway di Daytona e Talladega vengono introdotti dei restrittori, soluzione volta ad evitare che i piloti possano correre a velocità troppo elevate. Ricordiamo infatti che nei due ovali citati si superano costantemente i 300 chilometri orari vista l’assenza di frenate o rallentamenti.

C’è un ulteriore importante dettaglio che pochi conoscono legato alle piste che compongono il calendario della Cup Series: le auto sono asimmetriche. Questa particolarità agevola il pilota poiché tutte le curve sono nello stesso lato e l’auto tende dunque di natura a curvare verso sinistra. Una speciale caratteristica che pochi conoscono, ma che è sempre usata per qualsiasi competizione che si svolge su ovale.

Le nuove vetture che solcheranno i catini della Cup Series a partire dal 2022 saranno invece molto diverse. Le Next Gen avranno delle gomme da 18 pollici con un singolo bullone e non da quindici pollici come le attuali i ciascuno presenti cinque dadi per pneumatico. Dal 2022 sparirà anche il cambio ad H con quattro marce a favore di un sistema a cinque rapporti sequenziali.

Un cambio radicale anche per gli stessi meccanici che non dovranno più sollevare le auto manualmente, ma avranno la possibilità di sfruttare i martinetti, un sistema idraulico che solleva la vettura da ferma.

Gli organizzatori del campionato hanno voluto evidenziare che le Next Gen sono un’evoluzione indispensabile per restare al passo con i tempi, visto che il mercato delle auto stradali è in contrasto con le ‘tecnologie’ attuali della Cup Series.

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Foto: LaPresse

2 Commenti

1 Commento

  1. Vincenzo Calò

    27 Luglio 2023 at 15:25

    Qual è l’età minima per correre nella Craftman Truck Series della NASCAR americana. E’ obbligatorio per un pilota salire e vincere i campionati Truck Series ed X-Finity prima di arrivare alla CUp Series? E c’è un limite di età per correre alla Cup Series?
    Grazie mille.
    Vincenzo

    • Luca Pellegrini

      27 Luglio 2023 at 20:32

      Ciao Vincenzo, grazie per il tuo commento. Per la NASCAR Truck Series c’è una specifica deroga che permette ai piloti di correre da 16 anni solo nelle piste stradali e negli ovali di una lunghezza non superiore al miglio. Per correre a tempo pieno in tutte e tre le categorie, indistintamente da Truck, Xfinity o Cup Series, bisogna avere 18 anni. Attualmente si sta valutando di spostare il limite a 20 anni per quanto riguarda la Cup Series, ma sono tutte supposizioni che non hanno una conferma specifica.

      Per la seconda domanda, invece, un pilota non è obbligato a vincere le varie categorie prima di approdare alla Cup Series. Può arrivare direttamente alla categoria regina, così come avviene nella scalata ipotetica da F4 a F1

      Un saluto, Luca

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