La ciclista Maatje Benassi minacciata di morte negli Usa per il sospetto di essere il ‘paziente 0’. Americana segregata in casa
Assume dei contorni sempre più preoccupanti e forse anche un po’ inquietanti il caso di contagio dei Giochi Mondiali militari di Wuhan (Cina), tenutisi dal 18 al 27 ottobre dell’anno scorso. Come è noto, la città cinese è stata epicentro della pandemia e la testimonianza di alcuni atleti che hanno preso parte alla competizione testimoniano uno stato di salute tutt’altro che buono tra chi ha partecipato.
Quanto dichiarato dall’oro olimpico di Pechino 2008 nella spada Matteo Tagliariol è emblematico: “Ho avuto febbre e tosse per 3 settimane e gli antibiotici non hanno fatto niente; poi è toccato a mio figlio e alla mia compagna. Non sono un medico, ma i sintomi sembrano quelli del Covid-19“. Una versione confermata anche dai pentathleti francesi Elodie Clouvel, argento ai Giochi di Rio 2016 e Valentin Belaud, cinque volte iridata a L’Equipe.
A tutto questo va aggiunto la storia della ciclista statunitense Maatje Benassi, che prese parte alla prova su strada e una decina di giorni fa alla Cnn ha rivelato alcuni particolari davvero incredibili. L’atleta americana ha raccontato, infatti, di aver ricevuto decine di minacce di morte e da ormai settimane viva segregata presso la propria residenza in Virginia. La colpa sarebbe quella di essere la “paziente 0”, cioè colei che ha importato il virus negli States. Il caso sarebbe stato tenuto nascosto per attribuire alla comunità cinese tutta la responsabilità del contagio. Una situazione davvero intricata e non a caso Zhao Lijian, portavoce del ministero degli esteri di Pechino, ha chiesto di fare chiarezza sulla vicenda al presidente degli Usa Donald Trump.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: LaPresse
