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Calcio, medico della Lazio: “Il Covid-19 si sta indebolendo, la quarantena per tutta la squadra è ridicola”

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Si è in attesa di capire quale sarà la decisione del Governo relativamente alla ripresa del campionato di calcio di Serie A. Dal 18 maggio potranno riprendere gli allenamenti collettivi, ma a ostacolare il ritorno in campo dei giocatori nelle partite è il protocollo. Se infatti si seguirà alla lettera quanto suggerito dal Comitato tecnico scientifico, al primo caso positivo l’intera compagine sarà costretta a stare in quarantena 14 giorni e questo vorrebbe dire praticamente uno stop per tutti.

Una condizione che ha fatto storcere il naso a qualcuno, in particolare al medico sociale della Lazio, Ivo Pulcini, che in un’intervista a Radio Radio ha criticato pesantemente quanto previsto dalle norme: “Il Comitato Tecnico Scientifico non ha voluto sentire la voce del medico del calcio che vive sul campo e non vive dietro una scrivania. Vive dove non c’è la scienza pura ma, c’è la ‘evidence based medicine’, che cammina parallela a quella scientifica. Se si uniscono vanno a vantaggio della salute e della popolazione. La medicina non è una scienza; la medicina è un’arte. Per essere un artista purtroppo non basta la laurea. Altrimenti troveremmo tutto sui libri. Questo capita quando si fanno dei protocolli spesso dannosi. Se in qualche caso avessi usato il protocollo, il paziente sarebbe morto. Oggi la superficializzazione dei titoli è grave“.

Un fiume in piena Pulcini, che allarga il discorso anche sulle responsabilità date ai medici sociali: “Forse c’è il desiderio di creare questa confusione per dare spazio alle persone incapaci che occupano dei posti sbagliati, e se la domanda è sbagliata capite com’è la risposta. Sono d’accordo con il professor Castellacci. Se un ragazzo si ammala e ci denuncia ne dobbiamo rispondere noi, ma noi non possiamo arrivare a rispondere di tutto. Il CTS dice che se un giocatore o un membro dello staff è infetto deve andare in quarantena tutta la squadra? È ridicolo, perché devo considerare malato chi non lo è? In questo caso la responsabilità me la prendo, io tutta la squadra in quarantena non la metto. Perché se io sono negativo devo essere considerato ammalato? È ridicolo, così la Serie A non riparte“.

E poi la chiosa su una valutazione precisa: “Il Covid-19 sta morendo perché la manipolazione ha prodotto un danno grave che riguarda non la letalità, perché la letalità come dice il Professor Tarro è dell’1% non è alta, il 90% delle persone affette guarisce spontaneamente; ma dalla contagiosità. L’elevata contagiosità che poteva far affluire nelle strutture sanitarie una quantità esagerata di persone. È difficile distinguere il codice rosso dal codice verde rischiando, come è successo purtroppo, di danneggiare le persone che avevano maggiormente bisogno proprio perché non avevano la possibilità. Per la legge dell’incompenetrabilità dei corpi, se un letto è già occupato non può essere occupato da un’altra persona“.

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: LaPresse

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