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Tennis, la lunga sosta uno svantaggio per Jannik Sinner ed i più giovani. Impossibile lavorare su tecnica e punti deboli

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Il mondo del tennis è fermo ed almeno fino alla metà di luglio non si scenderà in campo per disputare una partita ufficiale. Una situazione molto complicata, soprattutto per quei giocatori residenti in Paesi dove la quarantena è molto stretta, costretti a rimanere in casa senza neanche aver la possibilità di allenarsi sul campo. I giocatori italiani sono ovviamente tra questi e la loro speranza è quella di poter riprendere la racchetta in mano dal prossimo 4 maggio per cominciare anche gli allenamenti sul campo.

Una lunga sosta che sicuramente condizionerà la stagione dei giocatori e resta da capire chi può avere maggior svantaggio da questi mesi di inattività. Sicuramente per i più giovani è un periodo di tempo perso per continuare nella loro crescita all’interno del circuito mondiale. Uno stop forzato che toglie praticamente un anno a coloro che stanno iniziando a muovere i primi passi tra ATP e WTA.

Tra questi c’è Jannik Sinner, che aveva cominciato la sua prima vera stagione tra tornei ATP, Masters 1000 e Slam. Il tennista altoatesino sperava di sfruttare questo 2020 come un anno di crescita, di scoperta, di prime volte all’interno del circuito. Insieme al suo coach Riccardo Piatti si era deciso per un calendario molto fitto e ricco di partite, proprio per abituare il ragazzo al giocare certi tipi di incontri e metterlo sempre più in ritmo ad alti livelli.

Un 2020 che poteva servire a Sinner, come a tutti i giovani tennisti, anche ad affinare alcuni spunti tecnici (per esempio per Jannik il gioco a rete) sia con gli allenamenti sia con le partite. Purtroppo i tanti mesi di inattività sono ormai irrecuperabili e la speranza è quella di poter davvero scendere in campo il prima possibile e riprendere quel processo interrotto bruscamente.

 

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