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Rugby, quando l’Italia espugnava Dublino ed era superiore all’Irlanda

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Quali sono le date decisive per l’ingresso dell’Italia nell’allora Cinque Nazioni, che dal 2000 diventerà Sei Nazioni? Sicuramente tutti indicano senza esitazioni il 22 marzo 1997, quando gli azzurri espugnarono a sorpresa Grenoble, battendo la Francia che si era appena laureata campione del Cinque Nazioni. O il 16 gennaio dell’anno successivo, quando venne messo nero su bianco dal board del torneo l’allargamento dal 2000 all’Italia. Ma una data decisiva fu anche quella del 4 gennaio 1997, due mesi e mezzo prima di Grenoble. Quel giorno, infatti, Massimo Cuttitta e compagni scioccarono il mondo conquistando la prima vittoria fuori casa contro una squadra del Cinque Nazioni.

Il 4 gennaio 1997 nel leggendario Lansdowne Road di Dublino gli azzurri sfidavano l’Irlanda. Era il terzo scontro tra le due nazionali, con i padroni di casa che si erano imposti sempre nella capitale nel 1988 per 31-15, mentre due anni prima, nel 1995, a Treviso l’Italia aveva posto la prima pietra per l’accesso nel Sei Nazioni vincendo 22-12. La “bella”, dunque, si disputa alla vigilia del Cinque Nazioni, per l’Irlanda è un importante match in preparazione del torneo e la squadra allenata dal neozelandese Murray Kidd vuole scacciare i cattivi pensieri di una squadra in crisi.

In campo, a estremo, c’è quel Conor O’Shea che poi impareremo a conoscere bene negli ultimi anni, quando verrà in Italia da head coach. A quei tempi, invece, è in campo con la maglia numero 15. Di contro, l’Italia è senza Ivan Francescato e Massimo Giovanelli e i gradi di capitano sono sulle spalle di Mouse Cuttitta. Si inizia e subito si capisce che sarà un match duro, dove ogni minima infrazione rischia di costare cara agli azzurri che subito vanno sotto dopo un fallo fischiato. Ma poco dopo è Stoica a lanciarsi in attacco, palla a Paolo Vaccari e meta e vantaggio azzurro, 7-3. Ancora un piazzato riporta sotto l’Irlanda, ma prima dello scoccare della mezzora è proprio capitan Cuttitta a schiacciare per la seconda meta italiana. E Dominguez dalla piazzola allunga fino al 17-9. A quel punto, però, è l’indisciplina a costare cara, con l’Irlanda che ottiene tre falli e Burke non sbaglia e si va al riposo con i padroni di casa in vantaggio 18-17, senza però aver segnato neanche una meta.

A inizio ripresa botta e risposta dalla piazzola tra Dominguez e Burke, poi il patatrac che rischia di chiudere il match. Pertile e Vaccari non si intendono su un pallone calciato da Burke, interviene Bell che si invola per la meta dell’allungo irlandese. Ma non è finita, con Dominguez che tiene l’Italia sotto break con il suo piede, mentre la squadra avanza e cerca di mettere sotto pressione l’Irlanda. Poco dopo l’ora di gioco è ancora Paolo Vaccari a trovare il pertugio vincente, meta, trasformazione e Italia di nuovo avanti 30-29. L’Irlanda deve reagire, ma invece sono gli azzurri a volare sulle ali dell’entusiasmo e quando a tempo quasi scaduto Diego Dominguez corona l’ennesima prova monstre con la meta del +8 esplode la gioia. L’Italia fa 2 su 2 contro l’Irlanda in due anni (e il tris arriverà il dicembre successivo), Murray Kidd è obbligato alle dimissioni, mentre gli azzurri fanno un passo importante verso il Sei Nazioni.

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duccio.fumero@oasport.it

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Foto: LaPresse

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