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L’allarme delle società sportive, in 50.000 sull’orlo della bancarotta

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L’allarme era già noto, ma esplode con forza in questi giorni. A rischiare la sparizione sono tra le 40.000 e le 50.000 società sportive in Italia, se non verranno applicate adeguate misure di sostegno da parte del Governo. Il quadro drammatico è riportato dal Sole 24 Ore, che sottolinea come, tra Federazioni, Discipline Associate ed Enti di Promozione, ci siano 12.5 milioni di tesserati, o comunque affini, al CONI.

Due i grandissimi problemi: la quasi totale assenza di ricavi dai diritti televisivi, che il calcio si accaparra in maniera non indifferente, e soprattutto il problema degli incassi da botteghino, a maggior ragione nel caso in cui si dovesse ripartire a porte chiuse. Spiega, sempre al Sole 24 Ore, Francesco Ghirelli, presidente di Lega Pro: “Per questo abbiamo proposto l’introduzione di un incentivo fiscale per premiare le aziende che promuoveranno la propria attività attraverso campagne pubblicitarie effettuate da società e associazioni sportive, sia dilettantistiche che professionistiche. Si tratta di una misura cruciale per tutto lo sport italiano“.

In certa misura gli fa eco il nuovo presidente di LBA (Lega Basket Serie A), Umberto Gandini: “Lo sport italiano si regge ancora in larga parte sul mecenatismo e sulle sponsorizzazioni. Queste ultime rappresentano l’80% dei ricavi delle società della Serie A di basket, e per la continuità del settore è necessario intervenire con norme specifiche che incentivino l’investimento nella comunicazione sportiva“.

Maggiori precisazioni arrivano da Pasquale Salvatore e Davide Rotondo, consulenti di Pwc Tls: “L’incentivo è riconosciuto mediante il credito d’imposta in modo da portarlo in compensazione. Un meccanismo tra l’altro già utilizzato nel comparto dell’editoria e molto efficace in un momento in cui le società sono in crisi di liquidità e con perdite contingenti“.

A parlare è anche Diego Mosna, Presidente della Lega Pallavolo Serie A maschile: “È fondamentale che le società dilettantistiche vengano riconosciute come entità economiche ma anche per la responsabilità sociale che hanno nei confronti di atleti, dirigenti e dei giovani che formano. Alla luce di ciò non servono misure di aiuto temporaneo, ma strutturali come quella sul credito d’imposta perle sponsorizzazioni. A cui andrebbe aggiunta anche la detraibilità dell’Iva per ridurne ulteriormente il peso“.

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federico.rossini@oasport.it

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Credit: Ciamillo

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