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Freccia Vallone 1948: Fermo Camellini, il primo uomo a sconfiggere i belgi

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Fermo Camellini fu uno dei tanti atleti la cui carriera venne fortemente danneggiata dalla Seconda Guerra Mondiale. Nato il 7 dicembre 1914 a Scandiano in Italia, ma trasferitosi in Francia a soli otto anni, Camellini si vide costretto a rinunciare a gran parte dei suoi anni migliori per via conflitto globale. Passato professionista nel 1937, Fermo era un atleta particolarmente muscoloso e capace di cavarsela in maniera più che egregia in salita. A cavallo tra gli anni ’30 e gli anni ’40 del secolo scorso, vinse svariate corse del calendario nazionale francese, incluse due edizioni del Circuit du Mont Ventoux.

Nel 1942 conquistò il tappone della Volta a Catalunya, mentre nel 1946 fece sua la Parigi-Nizza. Tuttavia, per colpa prima della sua condizione di migrante e, in seguito, della guerra, non poté partecipare al Tour de France fino al 1947. La Grande Boucle è sempre stata il suo pallino e quando finalmente riuscì a prendervi parte, nonostante avesse già trentadue anni, vinse due frazioni e si piazzò anche al settimo posto in classifica generale. Data l’età già avanzata, Fermo non riuscirà mai a far sua la gara a tappe francese. Tuttavia, nel 1948 fu protagonista di una primavera strepitosa. Prima giunse terzo alla Milano-Sanremo e, dopodiché, scrisse la storia divenendo il primo azzurro a conquistare la Freccia Vallone.

Camellini ottenne il trionfo nella gara belga, la quale all’epoca aveva poco da invidiare alla Liegi-Bastogne-Liegi, con un’azione da vero fuoriclasse. Nei 234 chilometri che componevano quell’edizione della Freccia Vallone, Fermo si sradicò tutti di ruota tra le varie cotes e arrivò al traguardo con 3’16” di vantaggio sul suo primo inseguitore, il vincitore di due Giri delle Fiandre e di due Campionati del Mondo Alberic “Briek” Schotte. Quello, oltre a essere il successo di maggior pregio della carriera di Camellini, fu anche l’ultimo. L’italo-francese, dopo un buon ottavo posto al Tour de France del 1948, iniziò una fase di declino che lo portò a ritirarsi nel 1951.

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luca.saugo@oasport.it

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Foto: Maurizio Ricci

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